Intervista a Fabry-T con il nuovo singolo “Aquilone”

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Penso che la musica, come racconto in “Aquilone”, stia andando verso la strada dell’omologazione e, tralasciando l’immagine che comunque rimane sempre importante almeno nell’impatto generale dell’arte, musicalmente parlando si stia perdendo un po’ di autenticità. Per la mia musica auguro sempre una strada appunto autentica, sincera e mai verso una mutazione ai fini di accontentare un pubblico di massa.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Sinceramente non c’è attualmente un artista in particolare a cui aprirei un concerto.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

I miei piani sono quelli di fare uscire dei singoli che esprimano tutto me stesso e che raccontino ancora di più la mia persona.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Per me Internet nell’ambito musicale è una grande innovazione, utilissimo per potersi sponsorizzare da soli, bisogna ammetterlo, ma l’unico problema è che ciò ha fatto sì che l’arte diventasse fin troppo accessibile, al tal punto da togliere distinzione tra quella cattiva e quella buona. Ormai l’attenzione si è spostata troppo su cose non inerenti alla musica.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Sì e no, ci sono tipi di musica da cui prendo ispirazione e altri generi che invece vanno completamente all’opposto, ma che comunque spesso cerco di integrare nel mio mood.

Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore alla dea musica. Con la tua esperienza e la concezione raggiunta della tua musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

La gavetta è importante e sicuramente nel mio piccolo ho vissuto dei piccoli sogni, ho ancora molto da imparare, però comunque consiglio a tutti i giovani di buttarsi! Non aspettare mai il momento giusto anche perché, se c’è passione, non ci pensi due volte a buttarti su un palco, nonostante le gambe ti tremino e la voce che potrebbe cedere: ci provi sempre, quindi bisogna lanciarsi!

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Ringrazio la mia fidanzata e i miei amici, ma ringrazio anche me stesso che nonostante tutto ci credo sempre e non mollo!