Gilgamesh. Il Canto dell’Argilla e altri corti internazionali ad Indiecinema Film Festival

Una serata idealmente sospesa tra Mesopotamia e Fenicia, quella programmata per il Martedì 27 Febbraio 2024.

L’ennesimo evento riguardante Indiecinema Film Festival – Terza edizione avrà luogo in tale data, a partire dalle ore 21,  presso il Circolo ARCI Arcobaleno di Via Pullino 1 alla Garbatella, Roma.

Ben tre le opere del Concorso Cortometraggi che verranno proiettate nel corso di una serata dall’inequivocabile timbro mediorientale. La più attesa è senz’altro Gilgamesh. Il Canto dell’Argilla di Alessandra Pescetta, cineasta di caratura internazionale già premiata nella prima edizione del festival. A rimarcare la contiguità tra i Sumeri evocati nel suo cortometraggio è l’Irak di oggi, il primo corto inserito nel palinsesto sarà proprio Hook dell’irakeno Yasir Assim Al A’Asam. Mentre per terminare la pressoché inedita carrellata di lavori cinematografici abbiamo scelto Beirut 2030 del libanese Tarek Al Mehri. Una chiusura, insomma, in chiaro stile “fenicio”.

Ecco,quindi,  in ordine di apparizione i tre corti in programma martedì 27 Febbraio:

 

Hook di  Yasir Assim Al A’Asam (Irak 2023, 7’)

Muhannad è un pescatore professionista, ma è un “pescatore” di un altro tipo! Ha ereditato questa professione da suo padre, in questa cupa città hanno avuto luogo molte guerre, soprattutto vicino a questo fiume profondo.

 

Gilgamesh. Il Canto dell’Argilla di Alessandra Pescetta  (Italia 2023, 11’)

A 50 anni dalla sua traduzione, Gilgamesh – La canzone dell’argilla rivisita i temi principali del poema più antico del mondo: perché siamo destinati a morire? Cosa c’è oltre la nostra vita terrena? Come una suite ambientata tra le rovine dell’Iraq e i resti della civiltà mesopotamica che ci ha dato la scrittura e la letteratura, quella sumera, tre voci riaffiorano a millenni di distanza dalle tavolette d’argilla della biblioteca di Assurbanipal a Ninive, vicino a Mosul devastata dalla guerra. di oggi: la voce di Ninsuna, madre di Gilgamesh, che invoca la protezione divina per le imprese di un figlio la cui anima è tormentata dall’inquietudine; la voce di Gilgamesh, turbato dalla morte del suo migliore amico, che si interroga sul destino dell’umanità; e la voce di Enkidu, amico fraterno del re di Uruk, che, come nel mito di Orfeo ed Euridice, disceso negli Inferi, ci offre una visione spietata dell’aldilà.

 

Beirut 2030 di Tarek Al Mehri (Libano 2023, 12’)

È l’anno 2030 in una Beirut devastata dalla guerra. Dopo la sfortunata ma purtroppo inevitabile scomparsa di suo fratello, Hakim, un giovane musulmano libanese, tenta disperatamente di fuggire dal paese con ogni mezzo necessario per assicurarsi la sopravvivenza.

 

 Ingresso con tessera ARCI + 4 Euro di sottoscrizione