The Lodgers di Brian O’Malley

“Come può il Fato essere in torto?”

Ogni tanto anche in questi anni Duemila qualcuno decide di confrontarsi con l’horror gotico. C’è chi lo fa peggio, chi meglio. A quest’ultima categoria appartiene il regista Brian O’Malley, che nel 2017 ci regala il suo secondo  lungometraggio, lo splendido The Lodgers, in italiano seguito dal sottotitolo Non Infrangere le Regole. Ed in effetti che le regole risultino parte fondante del film lo si evince dal fatto che vengono fissate ben in sovraimpressione prima ancora che inizino a scorrere i titoli di testa: 1. Mai andare a letto dopo la mezzanotte 2. Mai far entrare un estraneo in casa 3. Mai lasciare l’altro da solo. A dover rispettare questi insoliti precetti sono due gemelli diciottenni, Rachel e Edward, che abitano da soli in una grande e cupa villa in mezzo ad un bosco e vicino ad un grande lago, la quale viene mostrata subito all’inizio in tutto il suo inquietante splendore, mentre risuonano per le enormi stanze e nel bosco notturno i rintocchi di una pendola che batte inesorabile la mezzanotte, ora delle streghe per antonomasia. Ma nessuna strega propriamente detta vive qui. Tuttavia, Rachel ed Edward sono soli soltanto all’apparenza. Altri inquilini (i Lodgers del titolo) vivono con loro, sembra nei sotterranei della grande casa, ai quali si accede da una sinistra botola posta in fondo alle scale, e sono tutt’altro che gentili, imponendo loro le suddette regole assurde alle quali non devono assolutamente ribellarsi, pena la morte. E, come in tutte le belle storie che si rispettino, c’è chi dei due accetta passivamente il dovere, seppur strano ed incomprensibile, e chi invece cercherà in tutti i modi di evadere, trovando nell’amore il motore per mettere addirittura a repentaglio la propria vita. In uno squisito scenario gotico post Prima Guerra Mondiale, in un’Irlanda che più cupa non si può, O’Malley ambienta i 92 minuti del suo film che, pur non brillando di originalità, sicuramente colpisce e lascia il segno in positivo.

Irlanda, 1920. I gemelli Rachel ed Edwards vivono nella grande e fatiscente villa di famiglia, lontani da tutto e da tutti, gravati da una maledizione che impone loro severe regole, a far rispettare le quali ci pensano delle spaventose entità che vivono sotto un’oscura botola del loro pavimento. Edward non esce più di casa dalla morte dei genitori, ed al loro sostentamento pensa Rachel, la quale esce per andare a fare la spesa nel villaggio vicino o al lago a leggere, ricercando molto più del fratello la luce del sole. Durante uno dei suoi giri nel paesello si imbatte in Sean, figlio della proprietaria del piccolo negozio in cui si serve, che da bambino lavorava per la nobile famiglia di Rachel e poi era partito per il fronte ritornando con una gamba di legno. Tra i due giovani scocca un vero e proprio colpo di fulmine e cominciano ad incontrarsi di nascosto, portando Rachel a rischiare più volte di infrangere le regole suscitando l’ira del fratello. Ma problemi ben più grossi sono in agguato: un bel giorno bussa alla porta della villa il vecchio avvocato di famiglia, avvisando i giovani che del loro patrimonio non resta più nulla a l’unica via d’uscita è vendere la grande dimora signorile. I due fratelli affronteranno la situazione in modi diametralmente opposti  e la tragedia, ovviamente, è dietro l’angolo.

Colti sono i riferimenti a cui O’Malley si ispira, insieme allo sceneggiatore David Turpin, per costruire la sua opera: infatti è evidente nel soggetto sia la presenza di Poe che quella di Lovecraft. Da Poe è tratta l’idea della famiglia gravata dalla maledizione ancestrale che non solo non permette ai membri ancora in vita di lasciare la propria casa ma addirittura lega in un morboso rapporto incestuoso i due fratelli: Rachel infatti non potrà mai concedersi a nessun uomo che non sia suo fratello gemello. È impossibile che la mente non vada quindi subito al famosissimo racconto dello scrittore di Boston La Caduta della Casa degli Usher, pubblicato nel 1839, che vede protagonisti i due fratelli gemelli Roderick e Madeline Usher e un terzo elemento estraneo alla famiglia, il Soggetto Narratore, che nel nostro film si può riscontrare nell’innamorato di Rachel, Sean. La botola dentro alla quale vivono le entità maligne che sovrintendono alla vita dei due fratelli, ed il loro stretto contatto con l’acqua richiamano invece alla mente le divinità ancestrali di Lovecraft, i Grandi Antichi, dai cui voleri dipendono le sorti dell’intera umanità. Insomma, O’Malley è riuscito nell’impresa non facile di unire armonicamente nella stessa storia i due più grandi scrittori della narrativa horror-fantastica, trasponendo il tutto in un’elegante cornice gotica dal sapore antico che nell’uso dello scarlatto ricorda a tratti le suggestioni  create da Guillermo del Toro nel suo Crimson Peak (2015), nel quale troviamo ancora una volta al centro un triangolo composto da due fratelli legati da un rapporto semi-incestuoso ed un terzo elemento che in questo caso è rappresentato dalla giovane moglie di lui. Tuttavia O’Malley omaggia ma mai copia pedissequamente, rendendo il suo film un’opera di carattere e decisamente interessante. Da buona amante del cinema italiano, che allo stile gotico ha lasciato notevoli capolavori, non posso non vedere, nella scena in cui una strana goccia vischiosa scende sullo specchio e viene schiacciata col dito da Edward, un riferimento ad una scena culto analoga dell’horror più gotico di Michele Soavi, La Chiesa, classe 1989.

Mistica ed incantevole, sognante e romantica, la spettacolare fotografia intrisa di magia di Richard Kendrick, che dà il meglio di sé nelle scene boschive, notturne e diurne, e in quelle in riva al lago, quando Rachel bisbiglierà ad uno sbigottito Sean che l’amore può essere peggio dell’odio, recitandogli una poesia con lo sguardo che spazia sull’immensità della distesa d’acqua “Tanto cara mi fu la solitudine d’un lago silvestre, da nera roccia cinto e d’alti pini torreggiante intorno….”. Nel ruolo più bello del film, più complesso e commovente, quello di Rachel , l’attrice spagnola Charlotte Vega, che arriva dalle soap: è infatti nota per aver preso parte a Il Segreto, famosissima telenovela spagnola molto seguita anche in Italia. La Vega esordisce al cinema nel mondo dell’horror partecipando al terzo capitolo della saga zombie Rec, diretto da Paco Plaza nel 2012. Dall’altro regista della saga, Jaume Balagueró, verrà poi diretta nel 2017 ne La Settima Musa, fino ad arrivare nel 2021 alla famosa saga cannibalica Wrong Turn. Qui Charlotte ci regala un personaggio dolce quanto determinato, che non accetta passivamente le regole impostele e lotta per il suo futuro, a differenza del fratello, rassegnato al fatto che la sua vita vada ad incanalarsi nel binario voluto per essa dall’atavica maledizione cha grava sulla loro famiglia da generazioni: tutti, prima di loro, sono morti suicidandosi nelle acque del lago. Nei panni del pallido ed emaciato Edward troviamo l’attore inglese Bill Milner, già visto nei panni di Erik Lehnsherr bambino (da adulto interpretato da Michael Fassbender) nel film X-Men – L’Inizio di Matthew Vaughn del 2011. Edward accetta tutto, anche il fatto di essere destinato ad unirsi alla sorella, idea che non sembra affatto disdegnare, a differenza di Rachel che la rifugge con malcelato orrore. E poi c’è lui, Sean, rientrato dal fronte dopo aver perso una gamba e tacciato di viltà dai giovani del villaggio, che trova nella pace del parco della grande villa di Rachel e nell’amore per lei il suo hortus conclusus, luogo di pace e rifugio dalle brutture del mondo, ma non sa che anche lì c’è tutto tranne la pace da lui così bramosamente inseguita. Ad interpretarlo il bell’attore britannico Eugene Simon, noto per essere stato Lancel Lannister nella serie tv Il Trono di Spade. Questo giovane cast interpreta perfettamente i ruoli assegnatigli, ma non si può non menzionare anche l’anziano attore che interpreta il Sig. Birmingham, l’avvocato di famiglia, una sorta di uccello del malaugurio che si fa corrompere dai gioielli e tenta anche delle avances nei confronti della giovane Rachel, alla quale viscidamente suggerisce che sposandosi avrebbe potuto arginare i problemi finanziari suoi e del fratello. Nei suoi panni troviamo il magnifico attore inglese David Bradley, universalmente noto per aver prestato la sua espressione severa e corrucciata, e, perché no, anche notevolmente sgradevole all’occorrenza, ad Argus Gazza, l’irascibile custode di Hogwards nella saga di Harry Potter. Inoltre anche lui, come Simon, ha preso parte a Il Trono di Spade, nella parte di un altro viscidone, che evidentemente gli viene particolarmente bene, quella di Walder Frey, sposato sempre a giovani ragazze spesso scelte tra le sue figlie.

Insomma non manca davvero nulla a questa seconda opera di Brian O’Malley: ottime atmosfere, fotografia curata, regia elegante che non tende mai a strafare, ottimo cast, bellissime location e costumi, sceneggiatura che, sebbene non perfetta, affascina e coinvolge fino alla fine, personaggi ben scritti e ben caratterizzati, ed un finale dolce-amaro che riesce anche a sorprendere. Uno squisito omaggio al cinema ed alla letteratura gotica, che spazia tra il brutale realismo della guerra, rappresentato da Sean e la sua gamba di legno, e l’atmosfera fiabesca rappresentata dal bosco incantato nel quale si entra oltrepassando la grande cancellata di ferro che delimita la proprietà dei due gemelli, dipanandosi ambiguamente in territori ostici ma vecchi come il mondo quali quello dell’unione tra consanguinei per non intaccare la nobiltà della stirpe o quello dell’amore osteggiato tra persone di classi sociali differenti o ancora quello della lotta femminile per la propria indipendenza in un’epoca di chiusura ed oppressione. Il retroterra psicologico che denota la vita dei due gemelli rende estremamente interessante la caratterizzazione del rapporto tra i due, colorando di tinte ora più chiare ora più scure l’intera vicenda. Se Rachel e Edward sembrano sopravvivere in una bolla di assoluta immobilità imposta loro dalla maledizione che grava sulla loro famiglia, l’arrivo del perturbante per una doppia strada, sotto l’aspetto di Sean e dell’avvocato, porteranno i due a dover fare i conti con la dura realtà che sta al di fuori del loro castello da fiaba nera. Atmosfera magica e sognante che non vi farà pentire di aver concesso una chance a questa deliziosa pellicola.

 

https://www.imdb.com/title/tt4399952/

 

 

Ilaria Monfardini