Giù: L’Arte di Trasformare il Dolore in Musica con Lacrime di Venere

Il talentuoso artista e cantautore Giù ha lanciato il suo ultimo singolo “Lacrime di Venere” sui principali stores digitali, pronto a conquistare anche le radio nazionali.

Con una produzione impeccabile e arrangiamenti contemporanei, il brano evidenzia la personalità distintiva di Giù, riflettendo una maturità artistica indiscutibile. “Lacrime di Venere” è un omaggio alla tradizione musicale italiana, mantenendo al contempo un’originalità e una riconoscibilità uniche. Le melodie avvolgenti e la voce autentica dell’artista trasmettono un intenso impatto emotivo, trascinando l’ascoltatore in un viaggio attraverso la fine struggente di un amore ispirato al film “The Aeronauts“. Questo brano cattura la tensione tra il ricordo e il desiderio di liberazione, mantenendo viva la memoria di un amore che continua a bruciare nel cuore del protagonista.

 

Qual è stata l’ispirazione dietro il tuo nuovo singolo “Lacrime di Venere” e come è nata l’idea di collegarlo al film “The Aeronauts”?

Ho trovato ispirazione per questa canzone dopo aver visto il film “The Aeronauts”. La trama intensa e avvolgente mi ha portato a riflettere su quel desiderio irrefrenabile di perseguire un obiettivo, accompagnato dalla frustrazione nel non sapere se riusciremo mai a raggiungerlo. È un sentimento che, per me, risuona profondamente anche nel mondo della musica. Come i protagonisti del film avevano le loro ragioni per volare verso le vette più alte del cielo, io sento la stessa spinta a staccarmi da questa terra e volare in alto con la mia arte, oltre ogni barriera e confine.

 

Ma volare alto comporta sacrifici. Come i protagonisti che devono abbandonare qualcosa per non schiantarsi a terra, noi, nel nostro percorso verso i sogni, spesso dobbiamo lasciarci alle spalle ciò che ci trattiene. A volte sono solo cose materiali, altre volte sono sentimenti profondi. È triste pensare che ciò sia necessario, ma è il prezzo da pagare per poter volare. Come dice una famosa canzone di Five for Fighting, “And it’s not easy to be me” (non è facile essere me).

Vi invito ad ascoltare questa canzone con questo sfondo emotivo e a lasciarvi trasportare dalla sua melodia. Buon ascolto!

Come descriveresti il processo di creazione di questa canzone, dall’idea iniziale fino alla sua realizzazione finale?

La realizzazione delle mie canzoni avviene sempre con sorprendente rapidità. Essendo un tipo molto istintivo, scrivo solo quando l’ispirazione mi colpisce, e in quel momento le parole e la musica sgorgano spontanee e naturali. È un processo creativo che si manifesta senza sforzo, quasi come se le idee fossero già lì, pronte ad emergere.

 In particolare, questa canzone è nata da un’ispirazione che ho tratto da un film. Ho inteso il film ben oltre la sua pellicola e la trama principale. Ha scatenato in me una serie di riflessioni e emozioni che hanno trovato espressione nella musica e nelle parole di questa canzone. È un esempio di come l’arte possa influenzarsi reciprocamente, alimentando la creatività in modi imprevedibili e profondi.

 Qual è il significato delle “Lacrime di Venere” nel contesto della tua canzone e come si legano alla storia d’amore raccontata?

Le lacrime di Venere sono avvolte da una bellissima leggenda, che vi esorto a scoprire autonomamente su internet. Parla di amore a prima vista, di attesa, di desiderio, di unione, di solitudine e di sofferenza. Sono temi che risuonano profondamente con noi esseri umani, poiché li sperimentiamo ogni giorno, in ogni aspetto della nostra vita. Non parlo solo dei sentimenti amorosi, ma di tutte le emozioni e le sfide che incontriamo lungo il cammino.

 È una leggenda che parla alla nostra umanità, toccando corde profonde nel nostro cuore e nella nostra mente. Ci invita a riflettere sul significato dell’amore, dell’attesa, della lotta e della speranza. È una narrazione che attraversa i secoli e le culture, mostrandoci quanto sia universale e intramontabile il nostro percorso emotivo.

 Puoi condividere con noi alcuni dettagli sull’arrangiamento e sulla produzione di “Lacrime di Venere”?

Quando io e il mio produttore artistico, Gabriele Pallanca, abbiamo discusso dell’arrangiamento per questa canzone, ci siamo trovati subito d’accordo su una visione: doveva essere spinto, energico e coinvolgente, proprio come la storia che volevamo raccontare. Abbiamo capito che ogni nota, ogni armonia, doveva trasmettere l’intensità emotiva dietro le parole.

Anche quando suono la canzone solo con la chitarra, riesco a sentire che l’atmosfera è già densa e avvolgente. È una canzone profondamente sentita, e la chitarra riesce a riempire lo spazio con la sua potente semplicità.

Ma il vero tocco magico è arrivato grazie alla maestria di Gabriele. Con la sua esperienza e sensibilità musicale, è riuscito a trasformare la nostra visione in realtà. Ogni elemento dell’arrangiamento è stato curato con attenzione, dando vita a un risultato che superava ogni nostra aspettativa. Vorrei inoltre citare chi ha eseguito il mix e master, che è Emanuele Lauriola, la qualità del suono è stata infatti elaborata con maestria da questo grande professionista.

Come definiresti il tuo stile musicale in questo singolo?

Gli arrangiamenti della nostra musica si inseriscono nel genere pop/rock, ma sono arricchiti dalla presenza costante delle chitarre acustiche ed elettriche, che rappresentano il mio strumento principale e l’anima dei nostri brani. Tuttavia, ho sempre avuto una particolare predilezione per le tastiere, il pianoforte, gli archi e i cori. Sono suoni che riescono sempre a farmi emozionare, forse perché rappresentano una dimensione musicale che mi piacerebbe esplorare di più.

 Nonostante il tempo limitato e gli impegni, cerco sempre di trovare spazio per inserire questi elementi nella nostra musica, dosandoli con cura per garantire le giuste proporzioni e l’equilibrio sonoro. Le tastiere e il pianoforte, in particolare, aggiungono una profondità e una ricchezza emotiva che mi affascinano, mentre gli archi e i cori conferiscono una sfumatura di grandiosità e intensità ai nostri brani.

 Anche se non sempre trovo il tempo di dedicarmi alla pratica di questi strumenti come vorrei, il desiderio di esplorare nuovi suoni e di arricchire la nostra musica con nuove sfumature rimane sempre vivo e presente. È una continua ricerca di crescita artistica e di espressione creativa, che spero possa trasmettere emozioni e ispirare chi ascolta le nostre canzoni.

 Ci sono influenze o elementi particolari che hai voluto includere per rendere la canzone unica?

Guardando al futuro con occhi lungimiranti, abbiamo progettato questo brano pensando principalmente alle performance dal vivo anziché allo streaming. Abbiamo curato ogni dettaglio, dalle percussioni fino ad arrivare a tutto il resto, con l’obiettivo di creare un’esperienza musicale che coinvolga il pubblico e lo faccia vibrare di energia.

 Siamo convinti che questo brano, eseguito dal vivo, sia in grado di scatenare una reazione travolgente nel pubblico. Dalle ritmiche incalzanti alle melodie avvincenti, ogni elemento è stato studiato per creare un’atmosfera di festa e di movimento. Ci fidiamo pienamente del potere della musica dal vivo nel creare connessioni emozionali e nel trasformare un semplice ascolto in un’esperienza indimenticabile.

“Lacrime di Venere” è stata definita come una canzone che unisce la tradizione della musica italiana con un tocco di originalità. Come hai bilanciato queste due influenze nella tua musica?

Sono cresciuto immerso nella musica dei grandi cantautori italiani, che hanno plasmato il mio percorso artistico sin dall’infanzia. Ogni canzone che compongo è un omaggio a ciò che loro mi hanno trasmesso, e cerco costantemente di essere all’altezza del loro talento sia nella musica che nei testi. Per me, fare il cantante e scrivere canzoni è una cosa molto seria, e ogni brano deve superare il precedente in termini di qualità e significato.

 Mi sento responsabile del potenziale impatto che le mie canzoni possono avere sulle persone che le ascoltano. Che siano molte o poche, le persone si affidano alla musica per ispirarle, consolarle o motivarle, e mi considero fortunato ad avere la possibilità di influenzare positivamente la vita degli altri attraverso le mie parole e la mia musica.

 Per quanto riguarda il mio processo creativo, sono sempre io che scrivo sia la musica che i testi dei miei brani, e questo è il mio tocco di originalità e di autenticità. Tuttavia, nella vita quotidiana, cerco di mantenere un equilibrio tra la mia anima artistica e la mia natura equilibrata. Il mio motto solitamente è “fare e non strafare”, cercando di trovare il giusto mix di passione e pragmatismo in tutto ciò che faccio.

 Credo che questo equilibrio sia fondamentale per creare musica autentica e significativa, che possa risuonare nel cuore delle persone e lasciare un’impronta duratura.

 Cosa ti ha spinto a dare così tanto peso all’interpretazione emotiva nella tua esecuzione vocale di questa canzone?

Ogni canzone che compongo è per me come un figlio che cresce nel mio cuore, una creazione che porta con sé una parte di me. È difficile esprimere a parole l’intensa connessione che provo con ogni nota e ogni parola, ma è simile a quello che una madre sente nel suo grembo mentre porta avanti la vita.

 Anche se ogni brano è speciale a suo modo, talvolta alcuni di essi riescono a toccare corde più profonde dentro di me, in modi che non riesco a spiegare razionalmente. È come se questi pezzi avessero un’anima propria, capace di comunicare emozioni e sensazioni in maniera ancora più autentica e coinvolgente.

 Quando riesco a trasmettere questa profondità emotiva attraverso la mia musica e il mio canto, mi sento appagato. Sapere che le mie canzoni possono toccare il cuore degli altri e suscitare emozioni simili a quelle che provo io è una gratificazione senza pari. È un’esperienza che va al di là delle parole e dei confini, un momento di condivisione e connessione che riempie di significato il mio lavoro artistico.

 Per me, la musica non è solo una forma d’arte, ma anche uno strumento potente per emozionare, trasmettere e aiutare gli altri. Anche se possiamo essere soli di fronte a un microfono o uno strumento, il nostro messaggio può raggiungere e cambiare le vite di chi ci ascolta. È un privilegio e una responsabilità che porto avanti con orgoglio e dedizione, consapevole dell’importanza di ogni nota e di ogni parola.

 Quali sono i messaggi o le emozioni che speravi di trasmettere al pubblico attraverso “Lacrime di Venere”?

Oltre alla speranza che il mio brano possa essere apprezzato, c’è un desiderio più profondo che mi anima: quello di offrire alle persone la possibilità di ritrovarsi nelle parole e nelle emozioni che trasmetto attraverso la musica. Anche se il brano racconta di una storia finita, spero che chi lo ascolta possa riconoscersi in quelle parole e provare quel misto di malinconia e nostalgia che accompagnano i ricordi di un tempo passato.

 Certo, le cose cambiano e le persone vanno e vengono, ma ciò che resta sono i ricordi e le emozioni che ci hanno fatto sentire vivi. Anche se quel qualcosa non è più con noi nel presente, rimane vivo nei nostri cuori, pronti a essere riportati in superficie dalle note di una canzone.

 Il mio desiderio è che la mia musica possa essere una specie di viaggio emotivo per chi l’ascolta, un’occasione per riflettere sul passato, apprezzare il presente e guardare al futuro con speranza. E se, anche solo per un istante, il mio brano riesce a suscitare un sorriso malinconico e affettuoso, allora sento di aver raggiunto il mio obiettivo di connettere con gli altri attraverso la bellezza e la potenza della musica.

 Oltre alla promozione del singolo, hai altri progetti futuri su cui stai lavorando o che desideri condividere con i tuoi fan?

Sì, questa estate promette davvero grandi emozioni! Sarà un’estate da ricordare, piena di momenti indimenticabili e di musica che farà vibrare le vostre anime. Vi farò letteralmente urlare a squarciagola con “Estate da Rich”, un brano che promette di essere un’esplosione di energia e allegria. La sua melodia contagiosa e le sue parole suggestive vi trasporteranno in un viaggio pieno di sole, divertimento e libertà.

Ma non è tutto: vi farò anche emozionare profondamente con “Le mie cure”. Questo brano racconta di un concetto così semplice ma profondo, quello di un mondo migliore basato sul rispetto reciproco e sull’empatia. È un inno alla tolleranza, alla gentilezza e all’accettazione delle diversità. La sua bellezza risiede nella sua semplicità e nella sua universalità, perché le parole “ti difenderò dalle oppressioni e dalle discriminazioni/e ti libererò dalle paure, ti vestirò con le mie cure” hanno il potere di trasformare il mondo se solo decidessimo di metterle in pratica ogni giorno.

Quindi preparatevi, perché questa estate sarà piena di sorprese e di emozioni. Vi aspetto per condividere insieme momenti indimenticabili e per trasformare ogni istante in un’esperienza unica attraverso la magia della musica.