LE RECENSIONI DI SARA VIVIAN: “TOMORROWLAND – IL MONDO DI DOMANI”

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“Tomorrowland – il mondo di domani” è uno degli ultimi film prodotti dalla Walt Disney Pictures, già nelle sale da qualche settimana.
La regia è a cura di Brad Bird, pluripremiato regista per film d’animazione Disney (“Gli incredibili” e “Ratatouille”), di cui è anche sceneggiatore.
La trama avventurosa e fantascientifica promette bene: Frank Miller è un bambino pieno di sogni e inventiva che, nel 1964, si presenta all’Expo di New York per presentare il suo prototipo di jet pack ancora non perfettamente funzionante. La sua invenzione e il suo spirito colpiscono l’attenzione di una strana bambina di nome Athena, che consegna a Frank una particolare spilletta che permette al bambino di accedere a un mondo straordinario in un’altra dimensione: Tomorrowland, un regno dove la scienza è anni luce avanti a quella della Terra e dove le menti brillanti possono studiare e migliorare il futuro.
Anni dopo Athena recluta segretamente un’altra sognatrice ribelle: la giovane Casey (Britt Robertson), che vive con il fratellino e il padre, un ingegnere aerospaziale. Ogni notte Casey cerca di boicottare l’imminente smantellamento della rampa di lancio degli Space Shuttle a Cape Canaveral, dove lavora il padre e la cui demolizione implicherebbe il licenziamento del padre stesso, ormai rassegnato all’idea di diventar disoccupato.
Athena, tuttavia, non porta Casey su Tomorrowland, ma la conduce da un ormai adulto e disilluso Frank Walker (George Clooney), esiliato sulla Terra da anni e che inizialmente non vuole aiutare né Casey, né tantomeno Athena, ma è costretto a farlo.
Grazie all’aiuto di Frank, Casey può così finalmente accedere al fantastico mondo di Tomorrowland, che è diventato ormai un luogo triste e desolato e dove il governatore Nix (Hugh Laurie) ha accettato l’imminente fine del mondo della Terra.
Casey scopre così che Athena l’ha reclutata proprio per impedire che l’apocalisse avvenga.

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Il resto non ve lo svelo perché ritengo che, almeno il finale, lo spettatore debba essere libero di scoprirlo solo nel buio della sala del cinema.
Il film, come la maggior parte di quelli di oggi, rapisce e coinvolge chi guarda grazie agli scenari fantastici e impressionanti e per gli inseguimenti degni di nota. La narrazione della trama, tuttavia non riesce, anche questa volta, a svilupparsi come dovrebbe, ma viene brutalmente sacrificata in nome di scene di azione eccessivamente lunghe.
Non è dato sapere allo spettatore perché Frank sia stato esiliato da Tomorrowland, né perché degli androidi cerchino di uccidere chiunque cerchi di riaccedervi, tanto per fare due esempi senza spoilare troppo.
Ancora meno comprensibile il perché Tomorrowland si sia degradato, perché abbiano deciso di non reclutare più sognatori e inventori e la causa che porta il mondo alla distruzione è così banale, mal strutturata, poco sviluppata e mal spiegata da rovinare l’intera opera.
Lacune notevoli e ingiustificabili per un film che punta così in alto e che ha così alte pretese narrative.
Si cita lo “Space Mountain”, la celebre attrazione dei parchi Disneyland e, quantomeno, si poteva pensare a un nuovo film Disney basato su una delle attrazioni dei propri parchi, come nel film “La casa dei fantasmi” con Eddy Murphy; invece lo “Space Mountain” viene giusto citato e mostrato per qualche frazione di secondo per poi finire nel dimenticatoio narrativo.
C’erano davvero così tanti spunti e così tanto materiale narrativo da poter creare una saga intera, ma la fretta e l’inspiegabile obbligo di rimanere negli ormai standard 130 minuti rovinano irrimediabilmente tutto il progetto.
Ancora una volta le leggi di mercato dimostrano di esser poco compatibili con la fantasia e con l’Arte e forse il cinema dovrebbe credere e valorizzare di più le idee nuove, rieducando lo spettatore ad allenare la propria capacità di attenzione e regalandogli un prodotto finito, invece di filmetti pieni di belle immagini, ma drammaticamente incompleti.

Sara Vivian