Castelrotto: il lato oscuro della provincia

Ambientato in un piccolo paese della provincia marchigiana, Castelrotto, primo lungometraggio diretto da Damiano Giacomelli, con protagonista un eccelso Giorgio Colangeli unisce il racconto giallo con l’intensità di personaggi tutt’altro che scontati.

Un lungometraggio narrante una storia di paese che tocca argomenti universali come il pregiudizio e il razzismo velato, il dolore del lutto che spezza le famiglie, la piaga della droga tra i più giovani.

Ottone Piersanti (Colangeli) è un maestro elementare in pensione ed ex cronista locale rimasto solo dopo che una tragedia familiare ha portato lontano, in città, ex moglie e figlia. Tragedia mai superata di cui incolpa gli “stranieri” calabresi. Nella monotonia della vita di paese piomba improvvisamente un mistero: la scomparsa del venditore ambulante Rambaldi, che porta, insieme ad una inattesa notorietà, polizia e giornalisti dalla città, compresa Agnese (Antonella Attili), ex moglie di Ottone, a scuotere le acque torbide di un passato sempre vivo. Incapace di affrontarlo pienamente, per la sua rivista Agnese invia poi in paese la giovane Mina (Denise Tantucci) a collaborare con Ottone per indagare e rimanere informata sulla vicenda Rambaldi.

Una girandola di avvenimenti e sentimenti porteranno i due, insieme all’agente di polizia locale Petinari (Mirco Abbruzzetti), ex allievo di Ottone, alla risoluzione del caso… ma non tutto è come appare. Ottone, burbero come Montalbano in un territorio di provincia dai tratti avatiani, mette insieme i tasselli giusti per ricostruire un puzzle sbagliato e riconciliarsi con il doloroso passato; mentre un finale non scontato racchiude una poetica che sorprende lo spettatore e conclude dolcemente il racconto.

Scritto dallo stesso Giacomelli e proiettato fuori concorso alla quarantunesima edizione del Torino Film Festival, Castelrotto riprende le atmosfere della tipica provincia italiana portate sul grande schermo dal Maestro Pupi Avati per costruire un giallo dalla struttura ad incastri che si svela a poco a poco, con la scomparsa di un uomo che perde il centro in favore di una narrazione più ampia di una serie di rapporti atta a coinvolgere l’intero paese. Accanto al magistrale Colangeli, un cast di ottimi attori dà spessore alla storia: Denise Tantucci, Giorgio Montanini, Antonella Attili, Mirco Abbruzzetti, Ermanno De Biagi, Andrea Caimmi, Walter Rizzuto, Stanley Igbokwe, più la partecipazione straordinaria di Fabrizio Ferracane. Notevole anche la colonna sonora, che crea le giuste atmosfere e aspettative: alla musica originale di Peppe Leone si aggiungono l’iconica Gong Oh di Paolo Conte, cantata dallo stesso Colangeli, e l’incisiva Conchiglie di Andrea Lazlo De Simone.

 

 

Michela Aloisi