Rosario Fiorello si unisce all’appello di Gabriele Parpiglia per liberare gli italiani dimenticati in mare

Lo showman Rosario Fiorello ha deciso di sostenere la battaglia di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris e di altri quattro italiani che lo scorso 28 Marzo sono stati licenziati dalla nave Oasis of the Seas appartenente all’azienda Royal Caribbean e a tutt’oggi sono trattenuti sulla stessa.

Questa battaglia è sostenuta da tempo anche dal giornalista Gabriele Parpiglia che è in contatto quotidiano con Riccardo e Giovanna tramite il suo profilo Instagram, dove sono reperibili le testimonianze dirette dei due ragazzi.

Attualmente Riccardo Rapisarda, Giovanna Salaris e altri quattro italiani sono in stato di blocco sulla nave senza passaporti e assicurazione sanitaria, in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. La situazione è ancora più grave se si considera che negli scorsi giorni sono deceduti tre ex colleghi, membri dell’equipaggio, per Covid-19.

Qui di seguito un estratto della lettera.

“La storia di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris e di altri quattro italiani. Lo scorso 28 Marzo sono stati licenziati dalla nave Oasis of the Seas appartenente all’azienda Royal Caribbean. Lasciati senza contratto, con passaporti trattenuti (ma perché?) e senza assicurazione sanitaria. Invece di mandarli a casa dove sono? Ancora sulla nave. In quella stessa nave in cui ci sono circa mille persone e negli ultimi sei giorni sono morti tre membri dell’equipaggio per Covid-19. Ovviamente l’imbarcazione ha dato il lockdown da settimane e non ci sono passeggeri. Morti ragazzi dai 35 ai 41 anni. E loro, Riccardo e Giovanna, sono chiusi ancora lì. Ma perché? Il governatore della Florida DeSantis dice che non li vuole a ‘terra’. Il console italiano Musillo ha provato a farli partire e c’era ‘quasi’ riuscito, a suo dire. Dovevano rientrare con il volo che ha riportato i ragazzi che erano a Disney World, Orlando. Insomma doveva essere un’ evacuazione veloce su una nave equipaggiata Covid ma appena i sei italiani arrivano sulla seconda nave vengono respinti indietro e fatti rientrare con una scialuppa sulla nave dove erano rinchiusi, la Oasis. Per tre giorni sono rimasti con acqua razionata e ad oggi il cibo per loro scarseggia. Sono passati più di venti giorni. Nessuno si occupa di loro. Intanto sempre a bordo si spengono vite. Chi li aiuta? Perché lontani dalla costa nessuno si preoccupa che se dovessero avere una crisi respiratoria, non potranno essere curati? Non sono attraccati al porto di Miami ma si trovano in mare aperto e a Miami ci vanno solo per fare benzina ma guai se scendono, altrimenti la guardia costiera Center Of This Control, li arresta. Lo stato dov’è? Perché il governatore DeSantis definisce i ‘marittimi’ come ‘cosa che non vuole sul suo territorio né da vivi né da morti’? Li chiama ‘foreigners’ ovvero stranieri… ammazza la solidarietà! Chi si muove? Chi aiuta questi nostri ragazzi? E perché se licenziati sono ancora su quella nave senza mascherine, senza farmaci, con mille criticità? Chi li aiuta? Che qualcuno legga bene queste parole prima che sia troppo tardi. Ricordo che l’ultimo morto, un ragazzone di 41 anni, se n’è andato solo ieri. E aveva due figli. Due figli come i nostri ragazzi”.