Acquamarina: la recensione del romanzo di Lisa Paternoste

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Acquamarina è il romanzo d’esordio di Lisa Paternoste, edito da Terre Sommerse il testo è frutto di una decina di anni di riflessioni, pensieri e… ripensamenti.

Alice è una ragazza impulsiva, che tuttavia vuole avere il controllo sulla sua vita. Durante una fine di Giugno, come un’altra si ritroverà, tuttavia, a dover sottostare ad una serie di macchinosi eventi, architettati ad arte a sua insaputa. Eventi che la porteranno a viaggiare in numerosi luoghi fino all’altro capo del mondo, per poter cercare le risposte che – per qualche motivo – non riesce a ricordare.

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Tutto inizia in una dimensione onirica in cui si trova catapultata senza averne controllo, e con l’incontro apparentemente casuale con una persona che sembra conoscerla fin troppo. Alice dovrà scavare a fondo dentro sé stessa e imparare ad attingere a nuove risorse, come pazienza e resilienza, per far sì che quell’intricato filo color acquamarina si districhi prima di tutto nella sua mente e la porti infine a liberare ciò che di inaspettato è celato nella sua vita.

Acquamarina è un libro che sorprende, sorprende soprattutto coloro a conoscenza che si tratti di un esordio, questo perché nonostante lo sia è talmente ben strutturato da sembrare frutto di un’autrice navigata e soprattutto ben salda nella sua visione di trama. La scrittura è scorrevole, la trama ben costruita e sin dalle prime pagine cattura l’attenzione, soprattutto grazie ad un’accurata descrizione degli stati emozionali della protagonista.  Che dire… come inizio è un ottimo inizio, un romanzo ben scritto con un tocco certamente personale ma non invadente.

 

Dario Bettati