Emma e il giaguaro nero: un’amicizia senza confini

Emma e il giaguaro nero è il lungometraggio che pone il documentarista e autore di reportage d’inchiesta Gilles de Maistre sulle tracce del giaguaro nero suggerito dal titolo.

Non un documentario stavolta, bensì un film di finzione volto a raccontare la storia di una bambina di nome Emma, interpretata da Lumi Pollak e cresciuta nelle foreste dell’Ammazzonia insieme alla sua famiglia, tanti animali e, appunto,  un giaguaro nero. Per la precisione l’ultimo rimasto.

Emma, ad un certo punto della sua vita, è costretta a trasferirsi insieme al padre e deve abbandonare tutto ciò a cui era abituata, compresi la famiglia della foresta pluviale e Hope, il cucciolo di giaguaro sopravvissuto ai bracconieri. La situazione nel suo villaggio era diventata pericolosa, infatti i bracconieri avevano ucciso sua madre… quindi inizia una nuova esistenza a New York, senza mai dimenticare, però, le proprie origini. Tormentata da un sogno e dalla visione di Hope avverte come se vi fosse qualcosa che non va. Finché un giorno, rovistando casualmente tra le lettere del padre nel suo studio, trova tutte le richieste di aiuto della tribù dove era cresciuta.

Quando riceve la conferma di tutto ciò, prende il primo volo per tornare dove è nata e per cercare di salvare la sua amica. Anja, ovvero Emily Bett Rickards, la sua insegnante di biologia, proverà in tutti i modi a fermarla… ma non aveva mai fatto i conti con una ragazzina così determinata. Perché Emma e il giaguaro nero è una storia è tutta al femminile che mette una fondamentale sottolineatura sulla natura e sulla sua importanza. Non si tratta solo di temi cinematografici: la distruzione della fauna e flora della foresta amazzonica avviene da anni e senza scrupoli, come si vede anche nel film. È una realtà terrificante che crea molte vittime innocenti, umane e non solo. Non sempre la tecnologia è il sogno di tutte le tribù.

 

 

Virginia Lepri