Il mistero del profumo verde: un mix francese di commedia e thriller

Diretto da Nicolas Parisier, Il mistero del profumo verde è interpretato da Vincent Lacoste e Sandrine Kiberlain.

Un film francese in tutto e per tutto che, al classico ritmo leggermente dilatato, unisce i dialoghi frizzanti della più tipica delle commedie, virando tuttavia verso un pot-pourri di generi.

Pot-pourri che ben presto alle battutine leggere accosta fini riflessioni sull’Europa e sulla attuale generazione dei giovani, passando per attimi di tensione su un treno, in puro stile Assassinio sull’Orient Express, momenti al cardiopalma e un marchingegno iper tecnologico che potrebbe controllare l’intera sfera delle comunicazioni. Proprio come nei migliori action movie.

La storia prende infatti il via dalla morte di un attore della Comédie Française che, prima di spirare, rivela al collega e amico: “Sono stato assassinato dal profumo verde”. Amico che si ritrova ingiustamente accusato, conosce per puro caso un’autrice di fumetti e finisce invischiato in qualcosa di immensamente più grande di lui, in un turbine di inseguimenti, ricerche e supposizioni, come in ogni thriller che si rispetti.

L’aggettivo che per primo viene in mente nel descrivere Il mistero del profumo verde è, senza dubbio, surreale. Non a caso, in alcuni frangenti i dialoghi sembrano ricordare il Teatro dell’Assurdo di Beckett e il passaggio dalle profonde disquisizioni sui giovani, ingannati e destinatari di promesse mai mantenute, alle continue intromissioni della madre di Claire.

La protagonista, quest’ultima, che, brillantemente interpretata dalla Kiberlain, vorrebbe come lei la figlia accasata con un ebreo, rimarca proprio questo aspetto.

Un po’ commedia, grazie al sottofondo romantico e agli spunti comici forniti da Remi e dalle sue rocambolesche avventure, un po’ thriller, con una serie di omicidi che costellano la vicenda, e un po’ indagine socio-politica. Soprattutto dal momento in cui i due personaggi principali si soffermano sul concetto di Europa come spazio intellettuale e di dibattito, su un Israele che non accoglie e sui sostenitori della sinistra che “passano da una sconfitta all’altra con grande fervore romantico”.

Il mistero del profumo verde sembra spiazzare lo spettatore con la sua commistione di generi talvolta azzardata e talvolta accattivante, ma regala due ore scarse in cui la trama curiosa ben si sposa con la briosa interpretazione degli attori.

 

 

Daria Castelfranchi