Luca Soul Signorini con la sua Fernandito alla ricerca di redenzione nei meandri dell’America Latina

 

Eclettico artista, Luca Soul Signorini con i suoi viaggi musicali ed emozionali ci porta alla scoperta di sonorità cantautoriali dell’America Latina in cui la bellezza è spesso trovata nei peccati e nella redenzione tra vicoli sconosciuti, paesaggi mozzafiato e anime smarrite che grondano vita, dolore, passione e smarrimento. “Fernandito” è il nuovo singolo in promozione nazionale di Luca Soul Signorini e con questa intervista cercheremo di scoprire curiosità e news sul mondo dell’artista e della sua musica così variegata.

Ciao Luca, qual è stato il tuo percorso di crescita musicale fino ad oggi?

È una domanda aperta, è difficile sintetizzare. Posso provare a dirti che le principali caratteristiche che hanno mosso il mio percorso sono state la curiosità e la contaminazione. Non esiste un genere nell’espressione, ma un mezzo e questo dipende di volta in volta dall’idea e dallo spirito con cui nasce il brano. Da qui parte la ricerca, lo studio, l’ascolto e “il documentarsi”, un processo apparentemente semplice, ma metodico che mi accompagna dall’inizio.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

L’attualità mi spinge a pensare che la musica sia in preda a sé stessa, al momento, che si pieghi facilmente ai mezzi e all’opportunità, questo appiattisce, uniforma e rigurgita l’ovvio, l’immediato. Io conto di fare delle mie canzoni un ponte che attraversi come un classico ogni epoca. Non è ambizioso o impossibile, basta essere liberi, per esserlo serve innanzitutto non coltivare aspettative dal mondo… ma creargliele.

Potessi avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Sceglierei Paolo Conte. Un maestro indiscusso per me, nelle liriche e nel modo di cantare e fare musica.

Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore della dea musica. Con la tua esperienza e la maturità raggiunta, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

Consiglierei di autoprodursi e spremere ogni goccio di anima e talento, per “mettersi al mondo”. Con un occhio aperto che sbircia il mondo e con le palle in fiamme, tanto in fiamme da non piegarsi mai a nulla.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella composizione?

Per me il citazionismo è fondamentale, è un caposaldo della mia scrittura. È veramente intrigante, non credi? Misurare le tue idee con i classici, cercando il connubio fra il tuo mondo e quello di riferimento è un’esperienza emotiva fortissima, evocativa. Io provengo dal soul, dal blues, dal folk americano, ma la “rimasticazione inglese” e le derivazioni di questi generi hanno fatto in modo che la mia passione per la parola, il cantautorato italiano più grande, si fondesse in ogni canzone con estrema naturalezza, creandomi il proprio personalissimo sound.

Quali sono i tuoi piani più immediati? 

Continuerò con piccoli live nella mia zona, il sud-ovest milanese e la Lomellina, ma curerò con particolare attenzione i progetti inerenti a singoli come “Fernandito”, dando loro lo spazio che meritano, sperando presto di poter girare nuovamente l’Italia, oltre che con le radio, con i live.

Fernandito segna un gran ritorno nella scena italiana, chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Devo molto al marito di mia cugina Leandro Monteleone, con lui e la sua Parilla ho ascoltato e imparato molto, visto che lui è di Buenos Aires come Hernan Brando, il mio produttore (per questa occasione), una serie di casualità, elettive però! Casualità che hanno portato a questa cumbia villera. Un ringraziamento particolare a me, l’unico che ci ha creduto fortemente e ci ha fatto ritrovare qui.