Ostaggi: Gianmarco Tognazzi rapinatore disperato

Primo lungometraggio diretto dalla Eleonora Ivone che recita dai tempi di Caccia alle mosche di Angelo Longoni, Ostaggi è su Sky Cinema Prima Fila a partire dal 15 Maggio 2021.

E, se lo stesso Longoni, prendendo spunto dalla sua omonima pièce teatrale di successo, figura in qualità di sceneggiatore insieme a lei, quest’ultima veste anche i panni di una negoziatrice affiancata da un Alessandro Haber commissario nel corso della circa ora e mezza di visione il cui protagonista principale è Gianmarco Tognazzi.

Un Gianmarco Tognazzi che, piccolo imprenditore vessato dalle cartelle esattoriali, va fuori di testa e s’improvvisa rapinatore per poi rinchiudersi con tanto di bottino all’interno di una panetteria, dove prende in ostaggio il titolare Francesco Pannofino e alcuni clienti.

Dalla ex infermiera riciclatasi prostituta in proprio Vanessa Incontrada al venditore ambulante Jonis Bascir; passando per una Elena Cotta pensionata cardiopatica.

Pensionata dai guizzi rivoluzionari, pronta anche a tenere testa ad un Pannofino che, invece, non manca di sfoggiare un aggressivo comportamento dalle tendenze fortemente razziste.

Rappresentando soltanto due soggetti del campionario umano che, in mezzo a discorsi riguardanti mutui da pagare e tasse, incarna in maniera evidente la sintesi di una sempre più stressata e isterica Italia d’inizio terzo millennio.

Un’Italia spaziante dall’operaio che si alza alle cinque del mattino per andare a lavorare a chi si ritrova perseguitato da strozzini e creditori. In quanto, come Longoni ha spiegato alla stampa, ciò che Ostaggi intende portare sullo schermo è il disagio totale dei diversi personaggi e il rapporto che essi portano avanti con l’istituzione, ovvero Haber e la Ivone.

Il tutto, attingendo dalla celluloide d’azione e dalla commedia per concretizzare una black comedy che, appunto, pur affrontando una tematica piuttosto triste (soprattutto se pensiamo che il film arriva proprio nel periodo in cui l’emergenza dovuta al Covid-19 ha gettato nella disperazione tantissimi terrestri), tende a non prendersi mai troppo sul serio.

Una black comedy sostenuta da un cast in ottima forma e che, annoverante tra i suoi migliori momenti quello tutt’altro che ironico della telefonata tra Tognazzi e la figlia, lascia tranquillamente emergere la propria natura teatrale nella scelta dell’essere ambientato quasi totalmente nelle quattro mura della panetteria.

Fino all’imprevedibile conclusione di Ostaggi, non eccelso ma gradevole elaborato che, di sicuro più adatto ad una fruizione casalinga che cinematografica, approdando direttamente su piccolo schermo si aggiudica probabilmente il suo giusto spazio di sfruttamento.

 

 

Francesco Lomuscio