Erika Eramo: “La fedeltà a se stessi rende l’anima danzante”

Erika Eramo è la bellissima protagonista del nostro editoriale di oggi, Erika la conosciamo già oltre che come giornalista anche come attrice, modella, cosplayer e scrittrice. Oggi è il suo compleanno e noi di Mondospettacolo abbiamo deciso di dedicarle questo articolo.

Erika bentornata su Mondospettacolo. Auguroni di cuore. Oggi è il tuo compleanno. Come lo festeggi?

Ciao Alex, grazie per gli auguri. Premetto che la mia vita è tutta una festa. Tantissimi anni fa una donna fantastica, madre meravigliosa e astrologa per diletto, Silvia Giulia, interpretando il mio tema astrale esclamò: “Ma Erika! Pensi solo a divertirti! La vita per te è una festa continua!”. Questo fu l’incipit. Tra me e me pensai: “Cacchio sono stata scoperta!”. Come ogni anno festeggio per almeno 10 giorni di seguito con grosse mangiate, risate e capriole (di solito orizzontali e verticali, ma proverò le circolari per cavalcare meglio il tempo).

Come ti definiresti usando solo tre aggettivi?

Tre sono pochini. Facciamo almeno cinque come le lettere del nome e del cognome? Erotica, determinata, ironica, cerebrale e passionale. In verità sono talmente poliedrica che sarebbero pochi anche dieci (ndr, ride) ma non strafiamo.

Guardando i social viene fuori un tuo lato molto volitivo, quasi da mistress, come negli ultimi servizi fotografici. Non sei forse anche dominante?

Non è il mio lato principale. Mi spiego meglio. L’essere percepita come tale, ovvero come una persona sicura e forte, è più dato dalla mancanza di centratura degli altri. Se io esprimo un parere con convinzione argomentando ma chi ascolta non ha un’opinione o ce l’ha ma la esprime con riserva è normale io dia fastidio. La maggior parte della gente soccombe prima di entrare in campo. Vincere a tavolino però, da ex atleta, non mi piace tanto. Più che dominante sarebbe corretto dire che sono aristocratica nello spirito ed imperiale nelle fattezze (da matrona, signora, regina per intenderci). Poi se gli altri non riescono a starmi appresso è un problema loro.

 

Cosa intendi? Come sono per te gli utenti medi del web? Se dovessi descriverli?

Depressi, repressi, compressi. Quindi in sintesi: lessi (ndr, ride). Scherzo, parlo ovviamente dei disadattati. Ci sono anche persone molto intelligenti con cui si può instaurare un dialogo costruttivo. I social sono una cartina di tornasole della realtà. Noto però, che salvo rari casi, anche le persone più svelte non colgono completamente il senso artistico di quello che faccio. Anzi spesso lo travisano.

Secondo te gli altri non ti capiscono veramente?

Aveva ragione il mio professore di filosofia quando all’università mi diceva: “Tu dai adito a mille interpretazioni. La gente è curiosa e si fa domande. Poi si dà le risposte…peccato siano tutte sbagliate”. Lui è la persona più intelligente che io abbia conosciuto. Mi pesa non essere contornata da gente di quel livello. Vorrei almeno cento persone con cui dare “lo smalto al nulla”, un’espressione benniana a me cara, che indica la volontà di cercare un significato nonostante il nichilismo imperante. I mass media hanno contribuito al processo di decerebrazione collettiva il cui feticcio è un’estetica vuota, omologata ed autoreferenziale.

Estetica vuota ma tu lavori molto con le immagini. Come cerchi di coniugare la tua repulsione per l’apparenza con il lavoro da modella?

L’immagine che ha un senso, che fa parte di un progetto fotografico, che è seguita da un pensiero non è mai vuota, anzi, è portatrice di un messaggio impattante. Inoltre, salvo rare foto da set in cui sono molto truccata, metto immagini di me al naturale, spesso senza trucco e senza Photoshop. Ho bisogno di presentarmi per chi sono veramente. I filtri li mette chi non si accetta o ha paura del giudizio altrui, due cose molto lontane dal mio essere per fortuna. Ovviamente questa ricerca spasmodica di apparire ha ripercussioni anche sui legami sempre più anaffettivi.

Meglio single o sposati?

Meglio felici. Non c’è una ricetta che vale per tutti. Io sono contraria a chi fa le cose per dovere, compiacimento o accettazione sociale. Per un matrimonio felice ci vogliono solo due elementi: che l’altro sia la persona giusta ma soprattutto che tu sia la persona giusta. Conosco coppie –poche- che sono veramente ben assortite e l’uno è il reale “più” per l’altro. Non mi piace la parola completamento. Nessuno completa nessuno. Bisogna bastare a se stessi. Poi se si trova il più l’addizione è automatica. Non c’è tempo per le sottrazioni. O sei un valore aggiunto o meglio soli. La maggior parte delle coppie vive di abitudini e sclerotizzazioni. Sono morti che camminano, figurati l’eros da camera mortuaria che trasudano (ndr, ride). D’altro canto è vero che i single dopo tanto tempo si induriscono o perdono di capacità recettiva. Si rischia un falso appagamento. Della serie “mi basto e non mi pongo più domande”. La frase migliore la disse un grande filosofo. “Che tu sia sposato o no poco importa…tanto te ne pentirai comunque”. Socrate con una rompiballe come Santippe sapeva bene quello che diceva. Almeno lui è diventato filosofo. Gli sposati odierni sono frustrati e basta.

So che ci riveli sempre i progetti con il contagocce ma oggi puoi fare un’eccezione?

A novembre diventerò il Direttore di una terza testata legata al fashion e al lifestyle. Non mancheranno le interviste e gli editoriali irriverenti che sono da sempre i miei cavalli di battaglia. Be! Magazine il nome. Be! Yourself il motto. Poi ho iniziato due progetti nuovi, uno legato al digital marketing e l’altro al security management. Ora taccio…scoprirete tutto a tempo debito!

Cosa auguri a te stessa e a chi ti vuol bene? Chi vuoi ringraziare?

La fedeltà a se stessi e alle proprie convinzioni saltando da una festa all’altra però (ndr, ride). Ciò porta, sicuramente anche se non immediatamente, alla felicità. Vi dedico l’ultima parte di una bellissima poesia di Gottfried Benn, il genio dell’espressionismo tedesco su cui mi sono laureata, tratta dall’opera “Flutto Ebbro”. Il titolo è “In ogni ora”:

“…bevi, dissetati,

lo sguardo nell’azzurro

una vista lontana:

questa è la fedeltà,

di più non c’è,

fedeltà ai regni

che sono tutto,

fedeltà al segno

anche se passa,

uno scambio, una danza,

una luce di saga,

un silenzio che inebria,

di più non c’è”.

Ringrazio i tre fotografi con cui ho collaborato negli ultimi mesi: per il set della Playboy Ascanio Ph., per le foto da mistress e lolita godereccia Luca Simeone, per il set dell’Antica Roma Marco Campanati. Ci sono alcune foto inedite non ancora pubblicate per omaggiare voi di Mondospettacolo ed i vostri lettori.

Visto che trasudi positività da tutti i pori chi ti vuole seguire per essere aggiornato sulle tue attività come fa?

Sui miei due canali social, Instagram (@adarduaadexcelsa) e Facebook (Erika Eramo). In molti mi chiedono se ho altri profili. No, anzi fatemi sapere se escono account fake a nome mio che copiano da tempo foto e dati senza alcun ritegno. Due palle! (ndr, ride). Per ragioni di tempo bastano ed avanzano questi due, anche perché non riesco a stare dietro tutto e tutti. Vi basti sapere che per girare le mie foto alle pagine moda ho bisogno di un collaboratore, Emanuele, che è armato di pazienza e diplomazia a differenza mia. Poi ho un sito personale professionale, ma ne parlerò quando sarà pieno di contenuti. Con me  penserete e cazzeggerete alla grandissima! Vi saluto con due nota bene: il mio motto, “Ad Ardua Ad Excelsa”, ovvero “attraverso le difficoltà verso l’eccellenza!” e l’unica legge che conta, quella della fedeltà a se stessi. Di più non c’è.

A.C./Erika Eramo