In dvd Tuftland e Blood bags… per un Halloween da paura!

Il sempre più ricco catalogo Digitmovies propone su supporto dvd due inediti cinematografici da brivido che potrebbero rappresentare la giusta accoppiata di titoli da visionare nella serata di Halloween 2021.

Si tratta del finlandese Tuftland – in versione originale sottotitolata in italiano – e di Blood bags, produzione italiana che, vista anche in festival specializzati, rientra nei tentativi di riportare l’horror nel nostro paese, dove è quasi del tutto assente nell’ambito della Settima arte.

 

Tuftland (2017)

Esordio alla regia per Roope Olenius, cala la Veera W. Vilo vista nel bizzarro Bunny the killer thing nei panni di Irina, studentessa di un istituto tessile che, in crisi con il fidanzato e in fuga dalla stressante routine quotidiana della propria città, accetta un lavoro nel villaggio estivo di Kyrsyä (che, tra l’altro, è il titolo originale del film).

Un’idea di partenza semplice per concretizzare in fotogrammi l’ennesimo incontro-scontro tra la mentalità metropolitana e quella decisamente più chiusa rurale, destinato ad evolversi lentamente in maniera inquietante, man mano che la protagonista, cominciata ad abituarsi allo stile di vita arcaico del posto, non può fare a meno di notare uno strano comportamento sfoggiato dai suoi abitanti.

Quindi, quella inscenata altro non è che una progressiva discesa nella follia che, immersa nel verde dei boschi, individua di sicuro i propri antenati cinematografici in cult e classici quali Non aprite quella porta di Tobe Hooper o, meglio ancora, il molto meno conosciuto American gothic di John Hough.

Ma si punta tutt’altro che al body count da slasher movie e, anzi, viene accentuata una certa componente sessuale morbosa; pur evitando espliciti dettagli e anticipando curiosamente tematiche e situazioni del tanto chiacchierato Midsommar – Il villaggio dei dannati, diretto due anni più tardi da Ari Aster.

Trailer e galleria fotografica nella sezione extra del disco.

 

Blood bags (2018)

 Una didascalia iniziale ci spiega cosa sia la malattia metabolica di Gunther, rara, recessiva, che altera l’eme e cui sintomi principali includono anemia ed estrema fotosensibilità. Una malattia che si ritiene sia all’origine del mito del vampiro e che, dunque, ha un ruolo fondamentale nel primo lungometraggio diretto da Emiliano Ranzani.

Lungometraggio che apre con due ladruncoli penetrati in una grande dimora abbandonata in cerca di qualcosa da prelevare e destinati presto a doversela vedere con qualcuno dagli atteggiamenti, a quanto pare, tutt’altro che pacifici.

La stessa dimora dove, in cerca di soggetti interessanti da fotografare per il loro blog, entrano il giorno successivo due studentesse, ritrovandovisi poi bloccate all’interno.

Del resto, con un sanguinoso sgozzamento posto già nel corso dei primi minuti di visione, è quasi del tutto tra le quattro lugubri mura che si svolge la neppure ora e venti di visione, dichiarato omaggio all’horror degli anni Ottanta intento a mostrarsi in qualità di crocevia tra Quella villa accanto al cimitero di Lucio Fulci e Il tunnel dell’orrore di Tobe Hooper.

Omaggio testimoniato soprattutto dal fatto che la mostruosa creatura assetata di emoglobina destinata a rappresentare l’attrazione dell’insieme sia stata concepita artigianalmente e senza alcun ricorso a ritocchi digitali.

Un aspetto che riporta nostalgicamente alla memoria i tempi di b-movie che, spesso, nel nostro paese circolavano unicamente in videocassetta.

Trailer e galleria fotografica nella sezione riservata ai contenuti speciali.

 

Francesco Lomuscio