Arriva in blu-ray il teso thriller Escape room

Assolutamente da non confondere con l’omonimo lungometraggio diretto nel 2017 da Will Wernick, arriva in blu-ray per Sony pictures Home Entertainment Escape room, visto nelle sale cinematografiche italiane a marzo 2019.

Un thriller che, come il titolo lascia intuire, sceglie quale ambientazione una di quelle stanze che sono da inizio terzo millennio il teatro di un gioco di logica i cui concorrenti lì rinchiusi devono risolvere entro un certo tempo enigmi e indovinelli al fine di scovare una via di fuga.

Un thriller che, con al timone di regia l’Adam Robitel già autore di Insidious: L’ultima chiave, non solo apre attraverso una sequenza che non può fare a meno di richiamare alla memoria quella di chiusura del quinto Saw, ma, tra chiavi da trovare, radiografie e perfino antidoti, presenta non poche analogie con il popolare franchise iniziato nel 2004 da James Wan.

Franchise ricordato anche da un evidente sottotesto relativo all’avidità e alle questioni morali destinate ad emergere man mano che facciamo conoscenza con il giovane Ben Miller alias Logan Miller e con gli altri cinque sconosciuti che finiscono coinvolti nella (a loro insaputa) sempre più pericolosa impresa, nel tentativo di accaparrarsi l’ingente premio in denaro previsto per colui che ne uscirà vincitore.

Cinque individui che, dalla problematica Zoey Davis incarnata da Taylor Russell al nerd sapientone Danny Kahn, dalle fattezze di Nik Dodani, si vedono costretti a decifrare indizi e cercare oggetti scenici che potrebbero condurli verso la salvezza.

Ma, una volta presentati tutti i personaggi, comprendenti anche i Jason Walker, Amanda Harper e Mike Nolan rispettivamente interpretati da Jay Allis, Deborah Ann Woll e Tyler Labine, a differenza di quanto accade nella saga che vede protagonista il sadico serial killer Jigsaw non si privilegia l’insostenibile splatter da torture porn, bensì si provvede a costruire diverse situazioni di tensione che, in ogni caso, sono finalizzate a portare alla morte.

E si spazia da un insostenibile aumento di calore al monossido di carbonio in agguato, passando per la costrizione ad un’escursione al gelo e il momento che, in una stanza capovolta e sulle note della sempreverde Downtown di Petula Clark posta a fare da inquietante commento, mette a dura prova lo spettatore maggiormente sofferente di vertigini.

Con la risultante di un prodotto che, approdante ad una rivelazione finale il cui aspetto di denuncia sociale sembra rimandare a quello proposto nella trilogia Hostel, non manca di coinvolgimento nello scoprirsi in maniera progressiva un attacco in fotogrammi alle diaboliche e spesso ignote malefatte legate al potere economico.

Un prodotto in questo caso impreziosito da otto scene eliminate, due brevi clip in cui il cast esprime la propria opinione a proposito delle escape room, quattro minuti riguardanti gli attori e quasi cinque di making of nella sezione del disco riservata ai contenuti speciali.

 

 

Francesco Lomuscio