Dracula e Frankenstein, Roi disegna l’orrore classico

Che Corrado Roi sia il maestro indiscusso delle ombre e dell’orrore con anni e anni di lavori su Dylan Dog (oltre a Nathan Never, Brendon, Julia, Magico Vento, Tex, Mister No, Martin Mystère ecc) è scontato. La sua tecnica è spettacolare ed è grado di esprimere emozioni e profondità utilizzando una tecnica mista (ricordiamoci che usa anche il lucido da scarpe!) che fa provare al lettore un coinvolgimento nel fumetto maggiore rispetto ad altri autori. In questo caso il tandem lavorativo con lo sceneggiatore Marco Cannavò è sicuramente un bonus perchè proprio nelle sceneggiature di questi due “albi” si nasconde il segreto che li fa diventare qualcosa di diverso e superiore ad altre interpretazioni precedenti degli stessi soggetti. Mentre normalmente tutti interpretano i libri di Mary Shelley e Bram Stoker perfettamente o quasi, Cannavò decide di aggiungere dei dettagli che non stravolgono ma invece sono la ciliegina sulla torta che rende il tutto ancora più originale e che fa rimanere il lettore attento fino alla fine. Ovviamente non sono qui per spoilerare le storie eheheh…se volete sapere, andate a comprare i due albi in fumetteria o presso la Scarabeo Edizioni come ho fatto io.


Tornando ai disegni, Roi interpreta entrambi i mostri in modo diverdo dall’iconografia classica, Dracula non è il classico damerino impomatato ma un dandy capellone capace di una furia inaudita mentre la creatura di Frankenstein (odio quando la gente chiama “Frankenstein” il mostro anche se in realtà il vero “mostro” secondo me è proprio lo scienziato!) è altrettanto capellone ma non con gli elettrodi sul collo e la cicatrice in fronte come visto nei film con Boris Karloff (peraltro omaggiato da Roi in una ben precisa vignetta dove è riuscito pur con un look diverso a cogliere lo sguardo di Karloff). Le ombre, i neri e i contrasti ricordano tanto (dal mio punto di vista almeno) i film horror anni 20 tipo “L’uomo che ride”di Paul Leni o “il Gabinetto del Dottor Caligari” di Robert Wiene o fuori dal genere horror direi “Metropolis” di Fritz Lang, insomma opere d’arte vere e proprie, più che un fumetto sono un insieme di quadri come in una galleria, che però raccontano una storia ben scritta.


Un applauso va anche alla Scarabeo che in precedenza aveva già lavorato con Roi sia su mazzi di tarocchi che sul bellissimo “Il mostro del Tamigi”, l’ultima opera di Dino Battaglia che però non aveva completato prima della sua scomparsa ed è stato portato a termine da Roi non discostandosi troppo da quanto fatto da Battaglia seppur con il proprio stile.  La Scarabeo ha deciso di investire su questa collana dedicata ai mostri classici con edizioni ben curate (esistono anche versioni “pregiate” che potete trovare sul sito della casa editrice) di dimensioni adatte a far veder bene i disegni (in realtà Dracula aveva una dimensione diversa, praticamente quella di un 33 giri mentre Frankenstein è più rettangolare) con alcune pagine per approfondire l’argomento a fondo del volume. Forse da parte mia (essendo fan del lavoro di Roi) avrei gradito qualche pagina di tavole scartate e “work in progress” o qualche pagina della sceneggiatura di Cannavò per poter capire com’è l’approccio del disegnatore allo scritto, ma sono dettagli che solo un fumettista come me magari potrebbe gradire.


Non so quale sarà il prossimo volume e quando uscirà, i due che dal mio punto di vista sarebbero fantastici potrebbero essere “La mummia” (ovviamente quella di Boris Karloff non il film del 1999) per vedere come Roi potrebbe interpretare l’antico Egitto in tutte le sue sfaccettature oppure il “Dr. Jekyll e Mr.Hyde” di Stevenson perchè anche in questo caso le trasformazioni del personaggio sarebbero una prova fantastica sia per lo sceneggiatore che per il disegnatore.

Per ora non posso far altro che complimentarmi con Roi e Cannavò e con la Scarabeo con questa idea che approvo sia come fan di Roi sia come amante dell’horror ma mi raccomando non fateci attendere troppo per altri capolavori come questo!