In limited edition blu-ray la coppia omicida di The lonely hearts killers

All’interno della sempre più ricca collana Midnight Factory, dedicata all’horror, Koch Media lancia in limited edition blu-ray – corredata di booklet nella confezione – The lonely hearts killers, in originale chiamato, in realtà, Alléluia.

Datato 2014 e girato in sedici millimetri, è il secondo tassello di una trilogia delle Ardenne che il cineasta belga Fabrice du Welz aveva iniziato dieci anni prima attraverso lo shockante Calvaire, per poi concludere nel 2019 con la realizzazione di Adoration.

Un secondo tassello che, come il titolo anglofono lascia intuire, prende libera ispirazione dalla vera storia di Martha Beck e Raymond Fernandez, coppia di serial killer americani attiva alla fine degli anni Quaranta.

Coppia cui il vasto universo della Settima arte aveva già avuto modo di occuparsi, tra l’altro, tramite I killers della luna di miele, diretto nel 1970 da Leonard Kastle (ma pare col contributo di Martin Scorsese e Donald Volkman), Profundo carmesí di Arturo Riptstein, datato 1996 e in anticipo di dieci anni rispetto a Cuori solitari, interpretato da John Travolta, Jared Leto e Salma Hayek sotto la regia di Todd Robinson.

Coppia che in The lonely hearts killers assume i connotati di Laurent Lucas e Lola Dueñas: lui è Michel, seduttore sociopatico che conquista le donne al fine di circuirle per poi tornare da loro intento ad ottenere denaro o un nuovo rapporto sessuale; lei è Gloria, signora di mezza età che lavora pulendo cadaveri all’obitorio.

Due individui destinati ad innamorarsi, ma anche a seminare la morte, in quanto, spacciandosi per sua sorella, lei segue lui anche quando va ad incontrare gli altri soggetti femminili col consueto scopo truffaldino; senza riuscire, però, a tenere a freno la propria ossessiva gelosia atta a scaturire in cieca follia.

Quindi, man mano che, dividendo in atti la oltre ora e mezza di visione, il regista provvede a lavorare molto sul disequilibrio sentimentale dei due protagonisti, esplorandone anche l’abisso delle aberrazioni cui può condurre, non sono davvero i colpi bassi a risultare assenti. Dall’immagine di un corpo che viene segato ad un fracassamento di cranio durante una fellatio. E, mentre il tutto si evolve attraverso lenti ritmi di narrazione suggerendo più o meno vagamente il (retro)gusto malsano del tedesco Nekromantik di Jörg Buttgereit, del quale sembra in parte rispecchiare anche la tipologia di colonna sonora, una macchina da presa spesso in movimento tende a suggerire forti sprazzi di realismo che, in verità, Fabrice du Weiz desidera evitare.

Concretizzando con The lonely hearts killers la sua cruda e crudele esplorazione in fotogrammi della coppia, dell’alienazione, di una follia condivisa, dell’amore.

 

 

Francesco Lomuscio