L’attrice Irene Antonucci ci racconta il suo Inventario

“Inventario” è un film di finzione, della durata di un’ora e quaranta minuti, in cui vengono utilizzati sette personaggi che rappresentano diverse sfere della nostra società, proponendoli come archetipi universali di comportamenti che alla fine riflettono l’umanità. Così, questi amici si riuniscono per trascorrere un piacevole fine settimana, senza mai sospettare che il destino li getti in circostanze inaspettate…
Rinchiusi in un universo ermetico, cristallizzati tra le pareti della casa di uno di loro e attraverso i numerosi eventi legati alla convivenza quotidiana, cadranno le maschere che li tengono uniti in una presunta amicizia, entrando in un perverso confronto tra loro e le proprie vite, lasciandoli privi di qualsiasi scudo, qualsiasi difesa, abbattendo quel muro che gli esseri umani tendono a costruire per alterare la realtà.
Pertanto, il film “Inventario” si sviluppa nel contesto della pandemia da Coronavirus. Racconta la storia di questi sette personaggi che si ritrovano per trascorrere alcuni giorni piacevoli e spensierati, dolce fare niente!
Tuttavia, le circostanze della quarantena forzata in cui si trovano, a seguito delle misure adottate dal sindaco di Bogotà, li costringono a una convivenza insolita, in cui ognuno di loro farà emergere i suoi più profondi odii, invidie e frustrazioni. E questa presunta amicizia che li unisce si sfaldará giorno dopo giorno, con ogni secondo che rimangono intrappolati in questa assurda situazione, diventando prigionieri delle circostanze.
Soldi, sesso, alcol… Gli ingredienti perfetti per scatenare una tragedia e elaborare un terribile “inventario” delle proprie vite.
Carissima Irene, ben trovata su “Mondospettacolo”.  Come nasce il nuovo film, in cui sei fra i protagonisti, “Inventario”?
Si tratta di un lungometraggio psicologico, in cui sette personaggi si incontrano vivendo una tragica farsa, dove passo dopo passo si svela la loro vera personalità. La trama mostra le diverse sfaccettature del comportamento umano: il bugiardo, il traditore, l’imbroglione, quello a cui interessa solo il sesso, il dipendente, il sognatore, il frustrato, l’invidioso, oltre a sentimenti paralleli: amore, amicizia, compassione, tra gli altri. Il tutto inquadrato in un destino insolito e tragico che è evidente nel corso della storia.
Claudio Cataño, Luigi Aicardi, Luis Fernando Bohórquez, Rashed Stefenn, Aroha Afez, Allyson Gómez e Irene Antonucci, sono i protagonisti di questo film in cui i comportamenti archetipici degli esseri umani sono evidenti e come emergono in situazioni di pressione e reclusione, come è stato nel periodo di isolamento vissuto durante la pandemia.
Puoi raccontarci meglio il tuo personaggio?
Catalina Martinelli, una donna sui 30 anni, pronta a tutta per la sua carriera, sbarazzina ma con anima noir, entusiasta del suo nuovo progetto in procinto di scrivere, passa la sua vita con una telecamera tra le mani, come se ogni vicenda quotidiana possa rivelarsi una incredibile storia di finzione da narrare al mondo. Dopotutto ho rivisto in Catalina, qualcosa di Irene.
Guardare “Inventario”, puo’ donare allo spettatore, una visuale diversa della vita? Se si, perche’? Nuovi progetti?
Direi di si, perché ciò che chiamiamo certezza a volte è figlia delle abitudini e convenzioni e nell’aspetto piú empirico della vita, tutto può cambiare, noi stessi cambiamo.
Non esiste il bene senza il male, così come la luce senza oscurità. Ecco perché il film invita a la riflettere su di un concetto di dualità.
Al momento mi trovo in Italia come referente appunto per la promozione del film qui, e poi in working  progress, incrociamo le dita che presto nascano nuove opportunità di sperimentare nuovi personaggi, anche qui nel mio paese.

Vi aspetto su Instagram: ireneantonucci_official e non dimenticate di tenervi stretti i vostri sogni.