Lo scambio di principesse: la ragion di Stato di Marc Dugain

Diretto da Marc Dugain, Lo scambio di principesse è un film del 2017 che approda sui grandi schermi italiani con quattro anni di ritardo.

Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 2013 della storica e saggista Chantal Thomas, con la quale il regista abitualmente collabora, è uno splendido affresco in costume ambientato nella Versailles del 1712.

  Morti tutti gli eredi al trono di Francia, il regno spetta al giovane Duca D’Anjou, che diventerà Luigi XV. In attesa che il nuovo Re raggiunga la maggiore età, la reggenza viene affidata al Duca Filippo d’Orleans, dal volto di Oliver Gourmet. Gli sforzi del Duca sono protesi ad assicurare finalmente la pace con la Spagna di Filippo V, interpretato da Lambert Wilson, dopo anni di guerra. Si decide con un doppio matrimonio tra la figlia ancora bambina di Filippo V (quattro anni) e l’undicenne futuro Re francese; mentre il quattordicenne erede al trono di Spagna sposerà a sua volta la dodicenne figlia del Duca D’Orleans, reggente del trono di Francia. Il destino delle due grandi potenze europee è quindi nelle mani di questi giovanissimi che non si sono mai incontrati.

Lo scambio di principesse ci mostra una questione storica spesso taciuta dai libri, ovvero come la ragion di Stato abbia costretto dei giovanissimi ad una vita fin troppo complicata, ben lontana da quella dei reali inglesi che impazzano sui tabloid attuali. E, partendo dall’ottima base del romanzo, il regista ci descrive questi ragazzi che non possono vivere neanche la loro infanzia o preadolescenza.

Con la risultante di un’operazione decisamente consigliata a chi si appassiona agli affreschi in costume, ma stavolta con tanti riscontri storici molto accurati. Un’operazione nel cui cast, ricco come le scenografie, troviamo anche la nostra Maya Sansa nel ruolo di Elisabetta Farnese.

Un’operazione interessante che racconta nei minimi dettagli, a livello storico, i protagonisti, lasciando anche riflettere su come l’evoluzione o l’involuzione dei costumi europei abbiano pesato o, forse, pesano ancora.

In fin dei conti, Lo scambio di principesse strizza quasi senza volerlo l’occhio alle nuove generazione che tentano disperatamente di salvare il pianeta dal disastro climatico (e non solo). Forse, proprio essi si potranno riconoscere nelle difficoltà, negli abusi e nei fallimenti incontrati dai loro coetanei del Settecento.

 

 

Roberto Leofrigio