Mondospettacolo intervista Antonella Rebisso

Mondospettacolo incontra Antonella Rebisso, attrice di origine spezzina, che debutterà ad ottobre con lo spettacolo ‘Tamara la femme d’or’ nel ruolo della pittrice Tamara de Lempicka. Con lei sul palco Valentina Faro, nel ruolo della figlia Kisette, per la regia di Roberto Rolla. Un sogno che si realizza, dopo anni di studio e varie esperienze in numerosi spettacoli con diverse compagnie teatrali.

Chi è Antonella Rebisso?

Da sempre amo cinema e teatro, anche se la vita mi ha portato a svolgere un lavoro più matematico e tecnico. Riuscivo però a trovare il tempo per la formazione e per 15 anni ho approfondito lo studio con corsi e stage, ho partecipato a un film come co-protagonista e a diversi spettacoli teatrali con varie compagnie. Da pochi giorni è uscito il cortometraggio ‘Solo per voi”, regia di Paola Settimini e Francesco Testi, che mi vede protagonista. Una storia noir, la cui sceneggiatura è firmata da Antonio Tentori.

A ottobre, invece, debutterai con lo spettacolo ‘Tamara la femme d’ or’ di Mario Moretti, per la regia di Roberto Rolla.

Si, ormai il debutto è vicino, il 19 ottobre al Teatro Petrolini di Roma, poi proseguirò con altre date nei teatri italiani. Lo spettacolo racconta la vita della pittrice Tamara de Lempicka, una straordinaria donna e artista, protagonista dell’Art Déco e di tutto il Novecento, capace di viverne i cambiamenti e le fasi con coraggio e determinazione.

Come ti sei preparata per interpretare Tamara de Lempicka?

È stato un lungo lavoro di ricerca e studio, tra arte e storia, che mi ha permesso di immedesimarmi e comprendere l’essenza di questa donna, per certi controversa. La preparazione dello spettacolo mi ha permesso anche di conoscere meglio e approfondire la figura di Mario Moretti, autore del testo, uno dei più prolifici drammaturghi del Novecento, maestro del teatro civile e politico.

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la carriera teatrale?

La recitazione e il talento, secondo me, sono doti innate che vanno affinate e implementate con uno studio costante. È fondamentale anche seguire i colleghi e vedere più spettacoli possibili. Non ci si deve sentire mai arrivati, umiltà e sacrificio sono alla base di tutto.

Cosa ne pensi del teatro amatoriale?

Tutta l’arte merita sempre sostegno e fiducia. Il teatro amatoriale, talvolta sottovalutato, regala molto spesso performance sorprendenti e emozioni potenti. Ho avuto modo di apprezzare appassionati attori amatoriali che in realtà non hanno nulla da invidiare ad attori professionisti e che, generosamente, contribuiscono alla crescita culturale e sociale delle comunità in cui vivono. Spero, quindi, che in futuro, anche queste compagnie possano trovare maggiori spazi e sostegno economico.

Per la tua esperienza, che rapporto si crea tra attore e regista?

Personalmente ho sempre avuto con i miei registi rapporti di fiducia e rispetto reciproci. Il regista plasma e il bravo attore è capace di affidarsi e lasciarsi plasmare. Ci sono registi che lasciano più libertà all’attore ed altri che invece sono intransigenti sulla loro visione. Personalmente a me piace avere opportunità di confronto.

Hai mai pensato di cimentati nella regia?

Si, mi piacerebbe in futuro curare una regia teatrale e in fase embrionale ci sono un paio di progetti. Ma sarà una sorpresa!

P.S.