Motherless Brooklyn – I segreti di una città: il noir di Edward Norton

 Scritto, diretto e interpretato da Edward Norton, Motherless Brooklyn – I segreti di una città è stato il  film d’apertura della quattordicesima Festa del Cinema di Roma.

Noir che esplora gli intrighi di potere nell’America degli anni Cinquanta, Motherless Brooklyn – I segreti di una città ci porta dentro le atmosfere  della New York di allora, in perfetto stile made in USA.

Lionel Essrog (Edward Norton) è un solitario investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette che si trova da indagare sull’omicidio del suo mentore e unico amico, Frank Minna (Bruce Willis). Presto scopre una serie di indizi misteriosi che lo portano dai locali di musica jazz di Harlem ai bassifondi di Brooklyn, fino alle dorate stanze del potere.

Una storia classica che calza a pennello per Norton, il quale mostra il suo eroe che, con pochi indizi e grazie all’ingegno della propria mente ossessiva che la malattia gli ha donato, riesce pian piano a scoprire tutta la verità sui motivi del perchè il suo mentore sia stato ucciso, mettendo anche a rischio gli equilibri di potere della città di New York in pieno sviluppo e speculazione edilizia.

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Thriller, noir e crime sono senza dubbio i generi in cui far rientrare il lungometraggio di Norton, che, forte di un ottimo cast e di musiche e scenografie valide, ci immerge nella città che lui ama e ci racconta una vicenda che ci porta rapidamente dietro l’intrigo politico in cui si cela sempre qualcos’altro: una ragione più intima e familiare. Un passato da cancellare.

Un racconto che punta di più sul sociale, sulla discriminazione razziale e sulla disparità tra borghesia e proletariato, con gli inevitabili rimandi all’attuale presidente rimarcati dal ruolo assegnato ad Alec Baldwin (che ormai da anni prende in giro Donald Trump con le sue imitazioni al Saturday Night Live), il quale cerca anche di contenere l’inevitabile paragone, sebbene la figura di un magnate della speculazione velatamente razzista e pronto a tutto per costruire la sua visione di New York lo porti ad una serie di azioni inqualificabili.

E diciamo che solo fino ad un certo punto funziona la regia di Norton, che riscrive con il benestare dell’autore un romanzo di Jonathan Lethem che, in realtà, voleva portare sullo schermo già oltre vent’anni fa, prima ancora di debuttare dietro la macchina da presa grazie a Tentazioni d’amore.

Il risultato, anche se a metà, è comunque positivo, in quanto, nonostante il noir, affrontato in modo egregio negli anni Ottanta e Novanta, possa sembrare un po’ datato come l’epoca che ci viene rievocata, non ci sentiamo di criticare oltre il sempre bravo Norton, che ha speso molte energie e risorse per portarci questa storia ed ha scelto anche l’Italia.

Quindi, lo attendiamo in una terza prova registica per un giudizio finale, anche se Norton stesso non ha negato le difficoltà di mettere insieme questa seconda, lasciandoci pensare che, probabilmente, dovranno passare ancora molti anni prima che un suo nuovo film prenda forma.

 

 

Roberto Leofrigio