Si muore solo da vivi: amarsi un… Po

Ogni uomo è un fiume che cerca il suo mare? Prova a risponderci Alberto Rizzi tramite Si muore solo da vivi, suo lungometraggio d’esordio, volto a raccontare, tra l’altro, l’eccellenza delle terre lungo il Po.

Ne è protagonista Alessandro Roia nei panni di Orlando, quarantenne che, ex leader della band Cuore aperto, ha oggi tutta l’aria del perdente, pigro, solitario e vivente alla giornata in una baracca sulle sponde del Po.

Almeno fino al giorno in cui il terremoto del 2012 non arriva a costringerlo a rimettersi di nuovo in gioco, tra nipoti di cui prendersi cura e il tentativo di rimettere in piedi la sua combriccola di musicisti.

Combriccola costituita da Fredo, Ivan, Zeno e Stringa, ovvero Francesco Pannofino, Neri Marcoré, Paolo Cioni e Andrea Gherpelli; mentre ad affacciarsi dal passato è Chiara alias Alessandra Mastronardi, amore mai dimenticato di Orlando, ormai prossima al matrimonio con il nuovo compagno.

È infatti parallelamente sulla ricostituzione del gruppo e sulla vicenda sentimentale che si costruisce Si muore solo da vivi, a proposito del quale Rizzi precisa: “Ho voluto realizzare, con profondità e leggerezza, una commedia romantica sulle seconde occasioni, che ci piombano nella vita e rimescolano le carte, ambientata nella provincia emiliana, in un mondo stralunato di musicisti di provincia, di pescatori e balere color zafferano. Un inno alla vita, all’amore e all’amicizia che bussano improvvisi alla porta di un ex-musicista ormai fallito”.

Quindi, da un lato abbiamo l’ironia emergente dalle circostanze riguardanti la bizzarra compagnia di amici, con tanto di chi è andato in crisi mistica scegliendo la via religiosa ed esecuzioni della dorellikiana Arriva la bomba, dall’altro il tormento legato al desiderio di riconquistare Chiara.

Man mano che ci si interroga sul fatto che non sempre la cosa giusta è effettivamente quella giusta da fare e che ad arricchire il valido cast di Si muore solo da vivi provvedono le partecipazioni speciali di Ugo Pagliai, Red Canzian, storico bassista dei Pooh, e, nel ruolo di una ex manager musicale, Amanda Lear.

Il risultato, però, penalizzato soprattutto da una narrazione tutt’altro che incalzante, non si rivela altro che un gradevole ma prevedibile prodotto probabilmente adatto in maniera esclusiva ai più facili palati abituati alle fiction televisive, i quali potranno visionarlo sulle piattaforme CG Digital e Sky on demand.

 

 

Francesco Lomuscio