Silent night – Il silenzio della vendetta: un John Woo di… poche parole

Ritorno in terra statunitense per il cineasta di Hong Kong John Woo, Silent night – Il silenzio della vendetta richiama nel titolo – ma capovolgendone il senso profondo – l’atmosfera natalizia della popolare canzone, i gospel in chiesa, finanche gli zampognari.

Per Woo la “notte silenziosa” è riferita al muto protagonista interpretato da Joel Kinnaman, reso muto da una pallottola che ha lesionato le corde vocali, in una sorta di cortocircuito emozionale, proprio nel periodo natalizio.

Joel Kinnaman as Godlock in Silent Night. Photo Credit: Courtesy of Lionsgate

Le immagini iniziali di un palloncino rosso che si invola fanno pensare ad un riferimento all’horror It, ma il vero significato lo si apprende dopo, nel dipanarsi della storia tra presente e flashback del recente passato. Da un Natale all’altro, da una tragedia alla vendetta; un figlio ucciso da una pallottola vagante durante uno scontro tra gang, un padre disperato che le insegue e viene ferito gravemente danno il via ad un revenge movie per certo verso anomalo. Buona parte del film è infatti più intimista, intrisa del dolore dei due genitori e della loro differente reazione al dramma irreparabile della perdita di un figlio, una sorta di preparazione alla violenza che verrà.

Joel Kinnaman as Godlock in Silent Night. Photo Credit: Carlos Latapi

Il ritmo si fa a mano a mano più serrato, fino all’esplosione di sangue e splatter della carneficina annunciata, con il protagonista affiancato da un poliziotto solitario dal volto di Scott Mescudi). L’uno contro tutti, dunque, raddoppia, ma spetta al padre concludere la propria vendetta personale. John Woo torna quindi a Hollywood con un action movie quasi privo di dialoghi, ma che parla con le immagini e la colonna sonora. In sintonia perfetta con la regia inconfondibile e le coreografie spettacolari delle sequenze d’azione, la fotografia di Sharone Meir e la musica di Marco Beltrami danno corpo e anima alle angosce del protagonista, oltre che profondità e ritmo al massacro finale.

Joel Kinnaman as Godlock in Silent Night. Photo Credit: Carlos Latapi

Proiettili volanti, inseguimenti mozzafiato, fiotti di sangue che attraversano lo schermo da una parte all’altra, che sono poi il core degli action di Woo, acquistano significato e spessore nella disamina della caduta agli inferi del padre, tormentato dai ricordi e dal sorriso del suo piccolo. Mentre i momenti felici si macchiano di rosso e a lui non resta altra ragione di vita che la vendetta. Azione e pathos, intrattenimento e cuore; il regista di A better tomorrow, Senza tregua, Nome in codice: Broken Arrow e Mission: impossible II dopo vent’anni in America con un film che riprende la sua maestria nel girare pellicole d’azione come se il tempo non fosse passato, dandogli quel tocco di introspezione in più che ammutolisce protagonista e spettatori. Silent night – Il silenzio della vendetta unisce la forza dei sentimenti all’action dallo stile inconfondibile: quello di John Woo.

 

 

Michela Aloisi