Un mondo a parte, il regista Riccardo Milani: “Come genitori dovremmo essere più riconoscenti verso gli insegnanti”

“Un mondo a parte”, una pellicola cinematografica diretta dal regista Riccardo Milani che mette in risalto il ruolo degli insegnanti e quanto esso incida sul ruolo che essi svolgono nella vita di ognuno di noi. Ci racconta: “Come studente non sono stato meraviglioso, ma ho avuto dei docenti che mi hanno insegnato ad essere curioso della vita e ad apprezzarne i sentimenti”.

INTERVISTA A RICCARDO MILANI

Benvenuto Riccardo Milani, benvenuto su “Mondospettacolo”. Parliamo del successo del Suo ultimo film: “Un mondo a parte”. Una pellicola, forse, dedicata a coloro che non considerano la scuola come in realtà dovrebbe?

Tutti, ma proprio tutti, dovrebbero considerare la scuola con maggiore lustro ed interesse, essendo fra i più importanti capisaldi di qualsiasi società. È vero che la scuola ha vissuto – e vive tuttora – momenti complessi e manca, secondo me, la consapevolezza che il mestiere dell’insegnante è essenziale perché forma e, in qualche modo, crea le generazioni del futuro. A questa professione andrebbe riconosciuto un valore effettivo, a livello culturale – e perché no?, anche economico – più elevato. Soprattutto noi genitori dovremmo essere loro riconoscenti, in quanto i docenti crescono i nostri figli e ci affiancano in questo lungo e infinito cammino.

Inoltre, questo film vuole mettere in luce le difficoltà di un territorio e le condizioni atmosferiche, che ovviamente non rendono tutto così semplice ma che, con un grande lavoro, possono essere risolte.

Che cosa vorrebbe che gli spettatori apprezzassero del film?

Vorrei che gli spettatori riconoscessero, come ho detto poco fa, il valore di chi educa i nostri figli. Altra cosa fondamentale che vorrei che arrivasse dritto al cuore: il concetto di comunità. Nella storia del film, ad un certo punto, tutti mettono da parte le proprie idee e le proprie ideologie, in modo da fare scudo per vincere tutti insieme. Viviamo ormai in una società multietnica e la comunità deve includere tutti, cercando di superare ogni tipo di pregiudizio.

 Che studente è stato e che docente Le sarebbe piaciuto essere?

Ad essere sincero, non sono stato uno studente meraviglioso. Ero molto curioso di quello che c’era al fuori dalla scuola, nel mondo, di tutto ciò che mi circondava… Questa visuale l’ho acquistata grazie agli insegnamenti che mi hanno impartito i miei docenti. Mi hanno insegnato quelli che sono i sentimenti dedicati alla vita, alle relazioni, alla società. La conoscenza non è pura didattica, è un’operazione profonda: fa tutto parte della nostra storia, della nostra geografia, di una consapevolezza di cui essere grati e fieri. Che insegnante sarei voluto essere? Un insegnante in grado di unire i sentimenti alla propria cultura e preparazione.