Una bugia per due: essere se stessi o compiacere gli altri?

Rudi Milstein dirige Una bugia per due, con protagonista Louis Ifergan, cui presta il volto Vincent Dedienne, avvocato che lavora da circa un anno in uno studio legale, lo stesso in cui sua madre in gioventù aveva svolto una brillante carriera.

Cresciuto all’ombra di quella donna di successo, che è la Francoise Ifergan interpretata da Isabelle Nanty, Louis è un insicuro e con le sue fragilità ha difficoltà a farsi notare… fino a quando improvvisamente gli viene diagnosticato un cancro e tutti sembrano allora accorgersi di lui.

Gli è assegnato addirittura il delicato compito di occuparsi di un importante cliente, un’azienda che produce pesticidi, l’uso dei quali sembra aver provocato dei gravi tumori in alcune persone. Queste ultime rappresentate da Helene Smill, incarnata da Geraldine Nakache, vogliono fare causa alla società che produce tali prodotti. Louis si occupa del caso lavorando al fianco di Elsa, ovvero Clémence Poésy, avvocatessa a capo dello studio, dal piglio deciso e senza scrupoli. Le cose iniziano a complicarsi quando gli esiti della biopsia si rivelano negativi e Luois deve decidere se dire a tutti di non avere il cancro, con il timore di perdere attenzioni e lavoro.

Una bugia per due è dunque sia un affresco sull’amicizia, l’amore e le fragilità delle persone, specialmente se dotate di una spiccata empatia, che una commedia sociale dai risvolti drammatici. Una delle chiavi di lettura più riuscite del film è l’amicizia tra Louis e Bruno, interpretato proprio dal regista Milstein, giovane vicino di casa sopravvissuto ad un ictus che, però, come conseguenza lo ha privato delle emozioni. Bruno dice ogni cosa che gli passa per la mente, senza pensare di poter offendere la sensibilità del prossimo, rendendolo però, a differenza di molte persone che frequenta Louis in famiglia e sul lavoro, il più sincero e disinteressato di tutti. Questa figura a tratti surreale segna per Louis quella ispirazione che lo tormenta, tra il voler essere se stesso, piuttosto di compiacere sempre gli altri.

 

 

Fabrizio Battisti