VinnieVin: la sua vita su Radio Hemingway e l’omaggio a Stefano D’Orazio dei Pooh

VinnieVin alias Vincenzo Ianniello racconta il suo percorso artistico (e non solo) in un interessante formato per Radio Hemingway.

L’occasione giusta per il talentuoso artista originario di Salerno per farsi conoscere meglio dal pubblico, dopo il successo del suo album 4+IV pubblicato lo scorso anno, che contiene il travolgente singolo Dietro quella porta, interpretato da Tony D’Alessio, il bravissimo frontman del Banco del Mutuo Soccorso nonché grande amico di Vincenzo. Ma non basta. Nei prossimi giorni VinnieVin pubblicherà su Youtube e sulle sue pagine social la sua interpretazione (in coppia con sua nipote Angelica) di Se c’è un posto nel tuo cuore dei Pooh, il suo personale omaggio al compianto Stefano D’Orazio, batterista della famosissima formazione. Abbiamo intervistato VinnieVin per farci raccontare qualcosa in più sui suoi progetti professionali.

 

Come è nata la tua recente collaborazione con Radio Hemingway e come mai hai deciso di realizzare per loro un tuo format?

L’idea è stata di Renato Francia, il Patron di Radio Hemingway. Ci siamo sentiti telefonicamente e mi ha chiesto: hai preparato il RadioDoc sulla storia dei Kiss, perché non ne prepari uno che parla della tua di storia, visto che su Radio Hemingway concederemo del tempo autogestito ad artisti emergenti? Mi è piaciuta tanto l’idea, l’ho messo su con una settimana di lavoro. Mi sono divertito a parlare di me, della mia vita artistica e non solo, ho parlato di me ma anche di altre persone.

 

Come hai detto tu, nel format parli della tua storia raccontandoti. Qual è la parte del tuo racconto che ti ha emozionato di più condividere con gli ascoltatori?

Sicuramente gli inizi, ricordare mio zio che mi ha spinto verso il mondo della musica, nonostante avessi mio padre che mi remasse contro. Poi, il blackout (l’abbandono della musica) e il ritorno con il mio primo album.

 

Sei stato spesso ospite in varie emittenti per promuovere la tua musica. Cos’ha la radio come mezzo di comunicazione che ti piace in modo particolare e cosa ha, ad esempio, più della televisione?

Non sono telegenico (ride). Scherzi a parte, ritengo che il duo radio-artista sia un duo imprescindibile e compensatorio. La radio fa l’artista e l’artista fa la radio. Non promuovo (per mia scelta personale) in radio che mettono in ballo l’aspetto economico. La radio va supportata dall’artista e non sostenuta. Capisco benissimo i problemi di natura economica che può avere una radio, le spese da sostenere e tutto il resto, ma la radio va sostenuta con sponsor e con un lavoro di pubblicità alle spalle. Non lo si fa solo seduti in postazione. Ai miei tempi le radio vivevano di pubblicità perche setacciavano il territorio dove erano situate. Comunque questo è semplicemente un mio pensiero.

 

Come sta continuando la tua carriera musicale in questo difficile periodo?

Questa situazione pandemica ha rivoluzionato il nostro modo di vivere. Ha reso la nostra categoria ancor più sensibile al mercato. Gli artisti e il loro indotto (quelli piccoli non i grandi) stanno vivendo un momento di difficoltà acutissima. In Italia si continua ancora a vedere la musica in un certo modo (non come un lavoro ma come un hobby), questo è fastidiosissimo per me. Non mi scoraggio. Mi sono inventato questo format pur di non rimanere immobile e cercare di contrastare questa situazione di staticità.

 

Stai componendo nuovi pezzi e, in caso, quanto pensi che potranno essere condizionati nell’ispirazione, dalla situazione che il mondo sta vivendo a causa della pandemia?

Ho composto molte canzoni. Sinceramente, a livello compositivo e di scrittura non mi sta influenzando molto questa situazione pandemica perché sono una persona molto introversa e solitaria. Non la vivo realmente e direttamente la pandemia. Vivo in campagna all’aperto per cui non sento questo blocco totale. La tv la guardo poco, ma, nonostante tutto, riscontro effettivamente, specialmente nelle aree metropolitane, un grandissimo disagio per le persone. Sono dispiaciuto per chi sta male. Sono dispiaciuto per il personale degli ospedali, dottori e infermieri che vivono sempre nella precarietà di mezzi, per il loro sfinimento, ma fiero del loro operato. Sono dispiaciuto delle situazioni che si creano categorizzando i cittadini in serie A e serie B, è triste, molto triste. Questa sciagura doveva insegnarci a tirar fuori il meglio di noi, ma è servita a tirar fuori solo il peggio di noi stessi. Anche per questo motivo vivo questa situazione defilandomi, non direttamente. Sono stato felice di aver partecipato ad una raccolta fondi per l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. L’ho fatto col cuore.

 

Qual è l’album, o i brani di altri artisti, che stai ascoltando di più in questo periodo?

Il Banco del Mutuo Soccorso su tutti con il più recente album Transiberiana. Poi gli Stadio anni Ottanta. Sto cercando di affacciarmi in una situazione più pop rock. Con il Banco colgo nuove sonorità a me sconosciute essendo io un rockettaro grezzo. Degli Stadio adoro la composizione easy, semplice e d’impatto. Ultimamente sto ascoltando per forza maggiore, vista la scomparsa prematura di Stefano D’Orazio (R.I.P.) anche i Pooh, non mi dispiace ascoltarli e mi ricordano la mia adolescenza.

 

L’attuale pandemia che stiamo vivendo sta rendendo impossibile esibirsi dal vivo in tutto il mondo. Quanto ti manca il contatto con il tuo pubblico?

Di spettacoli dal vivo non ne ho fatti molti. Avevo scopi bellicosi per il 2020, avrei voluto metter su la band e proporre le mie canzoni… ma sappiamo cosa è successo e questa cosa non è potuta andare in porto. Spero tanto si cambi musica nel 2021.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro (covid permettendo)?

Ora mi gusto l’avventura del VinnieVin RadioDoc: la mia storia. In futuro vorrei pubblicare un singolo dalle sonorità più pop. È una scommessa per me. Per Natale una mia canzone verrà usata a scopo di beneficienza e ne sono entusiasta. Inoltre, ci terrei a pubblicare il mio libro: Il segreto dell’orchidea, da devolvere all’AIL. Se realizzassi questo sarei già felice.

 

Parliamo del tuo omaggio a Stefano D’Orazio dei Pooh…

Ero affezionato ai Pooh perchè, come ho detto, mi ricordano la mia adolescenza. Ho voluto reinterpretare il brano Se c’è un posto nel tuo cuore per fare un omaggio a Stefano. Si tratta di una cosa alla buona, che ho registrato nel mio home studio e ho suonato tutto io. Un pezzettino del brano lo canto insieme alla mia nipotina Angelica (nella foto qui sopra, ndr), che ha otto anni. I Pooh piacciono tanto anche a lei ed è stata felicissima di cantare questa canzone con me. La sapeva più lei che io… io ho dovuto ripassarla. La potete ascoltare sulla mia pagina facebook e su YouTube al link https://youtu.be/YSZb2-AtMEg.

 

Susanna Marinelli