I peggiori giorni: un’umanità sempre più cattiva per Bruno e Leo

Dopo I migliori giorni, Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo tornano con il sequel (che proprio sequel non è) I peggiori giorni.  Se il primo film giocava già nella locandina con il titolo, mostrando a specchio come i migliori giorni fossero in realtà i peggiori, ora il gioco si esplicita con il titolo diretto, a conferma che quelli che dovrebbero essere momenti di festa nascondono in sé  profonde tragedie e miserie umane.

Ancora una struttura ad episodi, diretti alternativamente da Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, legati ciascuno ad una diversa festività. Se nel primo film avevamo il 24 Dicembre, Capodanno, San Valentino e l’8 Marzo, stavolta i due attori e registi narrano del Natale, del Primo Maggio, di Ferragosto e di Halloween. E il primo episodio, incentrato sul Natale, è l’unico vero sequel: tornano infatti i fratelli diversi Alessandro (Edoardo Leo), Stefania (Anna Foglietta) e Luca (Massimiliano Bruno), che avevamo lasciato alla Vigilia a confrontarsi e scontrarsi sulle proprie scelte di vita (compresa un’interessante ed attualissima – al tempo – diatriba tra Vax e NoVax). Oggi è Natale e la famiglia si riunisce a casa del padre (uno strepitoso Renato Carpentieri), dove, ancora una volta, emergeranno le differenti personalità, nonché l’egoismo e i veleni nascosti sotto una apparente cordialità (un moderno Parenti serpenti, che sulla descrizione dei rancori familiari è ancora il caposaldo). Un ritratto impietoso e cinico che ben rispecchia la povertà di valori e l’egocentrismo narcisista della società odierna, cui il poker d’assi d’attori concede un pizzico di sagace e divertita ironia.

Il secondo episodio, sul Primo Maggio, riprende, per certo verso, il confronto tra classi affrontato nel Capodanno del film precedente, incentrandolo stavolta sul serrato duello verbale tra gli ottimi Fabrizio Bentivoglio e Giuseppe Battiston e mettendo in primo piano la profonda crisi economica acuita dal Covid. Lo scenario è l’azienda di cui Bentivoglio è direttore sull’orlo della bancarotta e Battiston ex dipendente che chiede solo la sua liquidazione; la storia, sconcertante per i toni e la struttura narrativa, ma non priva di fondamento, è sorretta perfettamente dai due protagonisti, che danno vita ad un confronto sempre più acceso fino alla scintilla conclusiva. Luci e ombre del sistema capitalista liberista che ha portato al fallimento tante piccole aziende a favore delle multinazionali; e a rimetterci sono tutti, imprenditori e lavoratori.

Altro giro, altra corsa; in Ferragosto protagoniste due ricche coppie agli antipodi alle prese con una “ragazzata” dei figli, che tanto innocente non è (e tanto meno esattamente una “ragazzata”). Il focus è un episodio di abuso perpetrato dai due figli maschi di Ramona e Vincenzo (genuinamente intepretati da Claudia Pandolfi e Ricky Memphis) ai danni della giovane figlia di Flavia e Guido (Anna Ferzetti e Neri Marcoré). Abuso, oltretutto, fotografato e messo in rete. Il clima caldo del Ferragosto romano è reso ancor più incandescente dal confronto tra i quattro genitori, la cui diversa estrazione sociale gioca un ruolo preponderante, volutamente caricata nell’interpretazione; la coppia intellettuale formata dalla Ferzetti e da Marcorè trova il suo contrapposto nei veraci Pandolfi-Memphis (in verdoniano stile Gallo cedrone), in un teso faccia a faccia che svela più di quanto i protagonisti vorrebbero. Uno spaccato ancora della società odierna, in cui la leggerezza è diventata superficialità e la scarsità di valori è figlia dell’incapacità educativa che fa il paio con  l’inadeguatezza genitoriale. Un episodio in cui la tensione è quasi palpabile, ottimamente retta soprattutto dall’interpretazione della Ferzetti e della Pandolfi. Incisivo, quasi surreale, il commento finale della nonna che auspica l’estinzione della specie.

Episodio conclusivo, Halloween, alterna divertimento e amarezza, complici i due protagonisti principali: il Mago Vittorio (un intenso Rocco Papaleo) e il ricco arrogante Gildo (il bravissimo Giovanni Storti). Vittorio ha smesso di fare magie dopo la morte della moglie in un incidente; depresso, ogni 31 Ottobre resta davanti al videoregistratore con una bottiglia a ricordare i bei momenti. Ma stavolta la figlia Matilde (Sara Baccarini), animatrice per bambini, ha bisogno del suo aiuto; il cliente ha chiesto espressamente un Mago per la festa di Halloween organizzata per il figlio. Ma il cliente è il suo vecchio amico e rivale in amore Gildo, inaridito e pieno di veleno verso l’uomo che gli ha portato via la fidanzata; e la festa, per i due, sarà amarissima, tra umiliazioni e battute al vetriolo. Il finale è però uno sguardo di speranza che passa attraverso le ultime generazioni. Generazioni figlie della globalizzazione, come l’adozione dell’americana festa di Halloween (le cui radici però, giova ricordarlo, sono assolutamente  europee, cristiane di derivazione celtica), destinate a vivere una nuova epoca dell’umanità.

Rispetto a I migliori giorni, questo sequel-non sequel risulta forse più amaro, cattivo, finanche spietato; d’altronde, se quelli erano i giorni migliori, qui Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo mettono in scena I peggiori giorni. Dalle storie narrate all’interpretazione del cast corale, ogni particolare, curato con estrema attenzione, strizza l’occhio ad una attualità cruda e feroce, edulcorandola con quel pizzico di ironia che diventa satira sociale a tutto tondo. Merito forse anche della collaborazione alla scrittura di più voci; insieme a Bruno e Leo, alla sceneggiatura hanno partecipato infatti Beatrice Campagna, Salvatore Fazio, Andrea Bassi, Marco Bonini, Gianni Corsi, Herbert Simone Pagani. Una coralità di idee che ha donato molteplici colori alle storie e ai personaggi, rendendo questi ultimi ancor più veri e attuali (mostrando quasi una impietosa evoluzione degli stessi in senso peggiorativo), incastonati in storie pervase da rancore e cattiveria che, purtroppo, ben raffigurano la società odierna.

 

 

Michela Aloisi