Il passaggio segreto: Stefano Simone omaggia Picnic ad Hanging Rock

Gratuitamente visionabile fino al 3 Aprile 2020 sulla piattaforma streaming X-Movie al link https://www.x-movie.it/movie/passaggio/, si intitola Il passaggio segreto e vede alla regia il cineasta indipendente sipontino Stefano Simone.

Reduce da L’accordo e Cattive storie di provincia, nonché dalla vicenda di bullismo Fuoco e fumo, Simone non sforna stavolta un lungometraggio ma concentra il tutto in circa quarantatré minuti, partendo dall’immagine di una giovane che si ritrova smarrita in una zona di campagna, lasciandoci intendere di finire con gli occhi puntati verso qualcosa che la terrorizza.

Un incipit cui fa seguito il casuale incontro in un bar tra Natalie e Rosa, ovvero Natalie La Torre e Rosa Fariello, compagne di giochi d’infanzia che si rivedono dopo molti anni e che cominciano a parlare di un canaletto tra le abitazioni del loro paese che chiamavano “il passaggio segreto”. Un canaletto che dicevano chiunque vi fosse andato da solo non sarebbe più tornato.

Un ricordo che le porta a sperimentare ora quella prova di coraggio che si proponevano di affrontare come sfida da bambine e che, dunque, lascia riemergere le loro paure di allora.

Ed è da qui che il regista, coadiuvato dalle efficaci musiche a cura del fido Luca Auriemma, al suo fianco fin dall’esordio Una vita nel mistero, sfrutta in particolar modo il sonoro per far sì che il naturale e desolato scenario rurale pugliese si trasformi nel suggestivo teatro di una vicenda dall’inquietudine chiaramente presente “sottopelle”.

Una vicenda che da un lato può rimandare agli orrori tutt’altro che urbani dell’America dei romanzi di Stephen King, dall’altro ai tanti fatti di cronaca tricolore (risolti e non) riguardanti le misteriose sparizioni di persone.

Ma con il super classico della tensione Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir quale evidente modello di riferimento… man mano che, senza fornire troppe spiegazioni ed evitando di approdare a banali soluzioni, Il passaggio segreto non manca di lasciar emergere il fascino di una di quelle storielle campagnole che ci vengono raccontate da piccoli per spaventarci.

 

 

Francesco Lomuscio