In dvd i fratelli Marx “matti da legare” nel loro classico della comicità Animal crackers

Simbolo di irriverente, innovativa e mai datata comicità, i fratelli Marx sono stati per il cinema quanto di più sbalorditivo si possa aver visto nell’ambito dello humour, grazie a quella loro sagace capacità di inserire la giusta battuta tagliente o gag assurda in contesti davvero impensabili.

Veri idoli della Settima arte, tra i primi ad aver usufruito dell’invenzione del sonoro per fare della parlata sarcastica un marchio di fabbrica, Groucho, Harpo, Chico e Zeppo furono protagonisti di una serie di film che ne consacrarono l’assoluta bravura in campo comico, mettendosi al livello di altre sagome e colleghi del settore hollywoodiano che allora spopolavano, da Charlie Chaplin a Buster Keaton.

Un anno dopo The cocoanuts, datato 1929, la seconda pellicola che portò i fratelli Marx al cospetto del grande pubblico fu Animal crackers, ricca produzione Paramount diretta da Victor Heerman, premio Oscar per lo script del Piccole donne realizzato da George Cukor.

Anche conosciuto con il titolo Matti da legare, Animal crackers, ora disponibile su supporto dvd grazie alla collaborazione tra CG Entertainment (www.cgentertainment.it) e Universal, è tratto da una commedia teatrale di George S. Kaufman e Morrie Ryskind. Una storia incentrata sull’incrocio tra buffi personaggi e alta borghesia: una serie di bizzarre sagome che si alternano sullo sfondo di un furto d’arte.

Siamo ad una festa nella bella casa della ricca signora Rittenhouse (Margaret Dumont, sodale dei Marx), dove l’ospite d’onore è il famoso esploratore capitano Jeffrey T. Spaulding (Groucho), in arrivo dalla lontana Africa. Al seguito di quest’ultimo si presentano al ricevimento gli assurdi Horatio Jamison (Zeppo), Emauel Rivellli (Chico) e un silenzioso “professore” (Harpo), gettando il tutto in un misto di caos ed irriverenza, con l’imprevedibile sparizione di un quadro di valore appartenente alla stessa Rittenhose. Ma, quando l’oggetto prezioso viene ritrovato, sorge un problema: i quadri sono due e scoprire dove si trova l’originale porterà altra baraonda nella già sconclusionata situazione.

A distanza di oltre novant’anni dalla sua realizzazione, Animal crackers riesce ancora a coinvolgere, di minuto in minuto, in tutta la sua comicità. Inutile stare ad argomentare la grandezza dei Marx, che vedono nell’occhialuto baffuto Groucho il faro guida, grazie a quella caparbia bravura nello sciorinare battute a iosa, come anche nell’immortale apporto dei superbi Zeppo, Chico e Harpo (il suo silenzioso modo di far ridere rappresenta un po’ l’anello di congiunzione tra cinema muto e sonoro). Una comicità che nel XXI secolo è ancora materiale di studio per molti artisti della risata da schermo, come pure per altrettanti autori di rinomata fama (Woody Allen è un loro fan da sempre).

Animal crackers è un lungo canovaccio che sfoggia tutto il meglio del quartetto (o trio, considerato il minimo contributo di Zeppo), un pretesto per poter gestire tempi e ritmi dell’universo comico marxiano; e, conscio di ciò, Heerman sfrutta la esile trama, condita con parentesi musical, per farla esplodere in qualcosa che travalichi i tempi in fatto di ironia.

Un’operazione totalmente riuscita e che non solo può ispirare gli autori comici odierni, ma riesce a sconfinare dal genere per penetrare in un immaginario più vasto legato al regno del cinema (Rob Zombie gli ha reso omaggio creando il personaggio clown di Captain Spaulding, interpretato da Sid Haig, nella trilogia horror iniziata con La casa dei 1000 corpi).

 

 

Mirko Lomuscio