Intervista a Marco Casavecchi autore della silloge poetica “Arresta il sistema”

 

Marco Casavecchi pubblica la raccolta poetica “Arresta il sistema”, pubblicata dalla casa editrice Edizioni Jolly Roger. Il testo, nato tra il verde del Mugello e il bancone dell’Art Cafè, ha una veste accattivante e sin dal primo istante presenta ai lettori le sue argomentazioni. Il testo poetico prevede quindi diversi componimenti a versi sciolti, i quali riprendono una serie di argomentazioni capaci di inglobare ogni aspetto della vita. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

 

La silloge poetica “Arresta il sistema” è nato sul bancone dell’Artè Cafè. Com’è nata quest’idea e quando ha deciso fosse giunto il momento di non tenerlo per sé, ma “regalarlo agli altri”?
Non tutta la raccolta di “Arresta il Sistema” è nata sul bancone del bar: alcune poesie risalgono addirittura alla mia inquieta adolescenza. Dopo la prima pubblicazione di “Rifiuti” ho avuto un’altra occasione di aprirmi al mondo esterno grazie all’editore Fabio Gimignani.

In una delle sue poesie, racconta del dolore per la mancanza di un padre. Essa è autobiografica? Quanto incide sulla vita di una persona la perdita di un genitore?
La presenza fissa dell’assenza eterna di mio padre ormai è una costante che in me esiste e convive. Credo che la perdita di una persona importante incida molto sulla vita stessa di chi resta. È inevitabile che il suo pensiero riaffiori nei ricordi. È solamente tempo… ci rendiamo conto dell’importanza quando è presente una mancanza.

Lei ammette di essere fiero di “essere un difetto di fabbricazione”, non essendo omologato alla moltitudine. In cosa l’essere umano si omologa e perché è importante differenziarsi?
Purtroppo siamo tutti indottrinati e omologati a questo assurdo ingranaggio sociale che gira troppo veloce senza mai fermarsi; regalando false libertà, dando valore all’estetica e non all’essenza. Sono orgoglioso di essere un difetto di fabbricazione, se così si può dire. Avere un’idea o un ideale, un pensiero, un ragionamento e combattere per ciò in cui che si crede, senza imporre niente ai tuoi simili: credo sia un equilibrio tra la convivenza umana e il rispetto del pianeta. Ma gli anni indelebili e persi per sempre della pandemia ci hanno dimostrato che forse non è così.

Nella sua poetica la figura della donna è molto importante. Quanto hanno influito le figure femminili nella sua vita e in che modo?
La figura della donna ha influito molto nel mio mezzo secolo di vita e di conseguenza nei miei versi, dato che sono i miei pensieri buttati su carta.

Il suo testo prevede versi sciolti. Come mai tale decisione stilistica?
Non sempre si può definire ciò che accade una scelta. Il fatto è che scrivo di getto in qualsiasi situazione, non correggo niente e non studio nessun tipo di arrangiamento o rima costruita. Butto fuori quello che ho dentro, tutto qua.

Grande importanza anche al pianeta terra. Nel suo testo afferma che il mondo sta morendo e moriremo insieme a lui. Cosa potrebbe migliorare la situazione?
Il mondo sta morendo, sì, ma credo che il cambiamento climatico non dipenda dall’essere umano: è un ciclo continuo, non possiamo farci niente. Noi siamo però colpevoli dell’inquinamento, siamo inutili zecche su un grosso cane che prima o poi ci scrollerà tutti di dosso… buoni o cattivi, ricchi o poveri, e sarà troppo tardi per pentirsene. Dovremmo arrestare il sistema e tornare molto indietro, ma non siamo pronti a perdere quello che ci fanno credere sia nostro e importante. L’ipocrisia dilaga e divide.

Perché ha scelto di scrivere un testo poetico e non uno di narrativa?
Sembra quasi una ripetizione, ma scrivo così perché sento la necessità naturale di farlo.

In futuro conta di scrivere altri testi?
Sicuramente, essendo il mio sfogo interiore.

Verso la fine compie una sorta di “reprimenda” verso sé stesso, chiedendo scusa a suo padre, a sua madre, alla sua compagna, ai propri figli, persino a Dio, ma non allo Stato, perché?
Ho raccolto tutto il “pacchetto completo” di una classica esistenza: famiglia, moglie, figli, religione, anche per rafforzare il dissenso verso lo Stato. Un atto concreto di ribellione nei confronti di una forza che opprime. Se solo gli uomini fossero pronti ad un sistema di regole anarchiche… ma è lunga la strada da percorrere in questa landa utopica. E le pagine sono finite.

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