Intervista alla cantautrice Veronica con il nuovo singolo “Calamite”

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

No, in realtà è una bella domanda. Dove sta andando credo non sia possibile dirlo con chiarezza, ma una cosa è certa, la musica è in continua evoluzione. È sempre stato così. Forse mai come negli ultimi anni. Credo che questo derivi da un’evoluzione delle tecniche di produzione, quindi dall’approccio ai nuovi strumenti virtuali, che caratterizzano ormai la musica di oggi, tanto quanto dalla personalità artistica di chi si approccia a questa nuova realtà. E che in qualche modo sicuramente influenzerà la musica del futuro, come quella del passato ha influenzato quella di oggi.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Ad oggi, sulla base del genere che rappresento, e poi anche sulla base della musica che ascolto e che mi rappresenta, probabilmente Irama ed Elodie.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Sto lavorando ad un nuovo progetto, che conto di fare uscire per fine anno. Ma per il momento è ancora presto per svelare altro.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Ad oggi io credo sia fondamentale. Sicuramente il passato ci riporta ad un ascolto più intimo della musica, ma questo credo sia legato anche al tipo di musica del passato. Ma per gli emergenti di oggi, quindi parlo anche per me, internet è il miglior mezzo di comunicazione, il principale mezzo di comunicazione per uscire dall’anonimato, e mostrarsi alle persone, lasciando al pubblico il libero arbitrio di apprezzare o no la tua musica.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Sicuramente, c’è differenza. Ciò che ascolto sicuramente mi rispecchia, perché tutti ascoltiamo la musica che ci rappresenta. Ma quello che scrivo o compongo è un discorso a parte, perché decido io cosa raccontare, di cosa parlare, cosa esprimere e come esprimerlo.

Hai mai pensato di cantare anche in inglese per cercare di varcare i confini nazionali?

Sicuramente sarebbe bello, ma al momento sento che mia lingua madre riesca a rappresentarmi meglio. Poi in futuro mai dire mai.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Ringrazio voi per l’opportunità, tutte le persone che mi stanno accompagnando in questo percorso, e tutte le persone che apprezzano la mia musica. Grazie a tutti!