LA STORIA SI RIPETE.. ECCO AMMIANO MARCELLINO (VISSUTO NEL 330 AL 400 DOPO CRISTO) COME DESCRIVE IL SUICIDIO DELL’IMPERO ROMANO..

MARCELLINO

Una moltitudine di ignoti barbari, cacciata improvvisamente dalle sue sedi, vagava con i propri cari in gruppi dispersi attorno al Danubio. Questo annuncio fu accolto inizialmente dai nostri con ripugnanza per il fatto che da quelle regioni giungevano di solito, a coloro che si trovavano lontani, solo notizie di guerre terminate o sopite. Ma, sebbene prendesse sempre più consistenza la credibilità di quegli avvenimenti, che erano stati confermati dall’arrivo degli ambasciatori dei barbari i quali pregavano e supplicavano che il loro popolo, bandito dalle sue terre, fosse accolto al di là del fiume, la situazione fu motivo più di gioia che di paura. Giacché gli adulatori abilmente esaltavano la fortuna del sovrano che, senza che egli se l’aspettasse, gli procurava dalle più lontane regioni tante reclute, di modo che, unendo le proprie forze e quelle straniere, avrebbe disposto di un esercito invincibile. In tal maniera invece dei contributi di soldati, che ogni anno le province inviavano, si sarebbe riversata nell’erario una grande quantità di denaro. Con questa speranza furono mandati diversi funzionari incaricati di trasportare su veicoli quell’orda selvaggia. Le autorità s’impegnarono con somma cura perché non rimanesse indietro nessuno di quelli che avrebbero distrutto lo stato romano, neppure se fosse in preda a morbi mortali. Quindi, ottenuto, per concessione dell’imperatore, il permesso di attraversare il Danubio e di abitare le zone della Tracia, venivano trasportati in schiere oltre il fiume giorno e notte su navi, zattere e tronchi d’albero scavati. Poiché il Danubio è un fiume assai pericoloso e per di più allora era in piena per le abbondanti piogge, parecchi perirono annegati mentre a causa della gran massa di gente tentavano di attraversarlo contro corrente e cercavano di nuotare. […]
http://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadig…/…/docs/0001.pdf

N.W.