LE INTERVISTE DI SARA VIVIAN: “DIEGO SONCIN E I DRAMALOVE”

Eccomi qui cari lettori e amici di Mondospettacolo, scusate l’assenza, ma ora son tornata e lo faccio in pompa magna ovviamente, intervistando per voi una band che sta impazzando su YouTube e Itunes al momento. Di chi sto parlando? Ma dei Dramalove, ovviamente, con la loro “Stati Uniti di Italia”. Con me c’è Diego Soncin, frontman della band, composta da Diego appunto, voce e chitarra,Riccardo Soncin al basso e Andrea Cilano alla batteria.

Già famosi con il singolo “Stelle”, video passato anche su Mtv, Diego, giusto per chi ancora non vi conoscesse, dimmi Diego: “quando e perché nascono i Dramalove?”

“I Dramalove nascono nel 2008, ma io e mio fratello suoniamo insieme dal 2003, solo che prima ci chiamavamo NoGravity.

Alcuni sono ancora convinti che sia stata l’etichetta con cui siamo stati fino all’anno scorso ad obbligarci a cambiare nome, ma non è così: semplicemente ad un certo punto ci siamo accorti che esistevano altri 2-3 NoGravity al mondo, e noi volevamo essere unici così abbiamo inventato il nome Dramalove.

Sul motivo per cui nascono, beh…All’inizio facevamo cover, come quasi tutti. Volevamo essere come i nostri idoli.

Cerchi di imitare le tue band preferite, finché un bel giorno ti rendi conto che la tua band preferita potresti essere tu.”

 

 “Questa affermazione è bellissima, diventare la band preferita di se stessi è davvero una grande aspirazione per ogni musicista, ma anche voi vi ispirerete musicalmente a qualcuno no? A chi?”

“Ascoltiamo tantissima musica, dal rock più pesante fino alla jazz e classica…Ultimamente ho a loop nel mio lettore il progetto solista di Thom Yorke, The Eraser. Ci piacciono Muse, Placebo, 30 Seconds To Mars…

Andrea ascolta e produce anche un sacco di elettronica.”

Sempre sostenuto che la qualità si ottiene quando c’è varietà di ascolto!

 “Come dicevamo all’inizio, non siete dei novellini di palchi, di live, di registrazioni.  Qual è l’esperienza musicale più importante che abbiate mai fatto?”

 “Definirne una soltanto non è facile…Probabilmente il concerto di quest’ estate sul palco di Colonia Sobora, quando abbiamo aperto al bravissimo Fabrizio Moro: c’erano più di 1.000 spettatori, e quando il sipario si è aperto abbiamo letteralmente sentito l’onda di energia del pubblico. Una cosa pazzesca. “

E quando si sente il boato è difficile non emozionarsi! Teatro Colosseo, Colonia Sonora, un Lp vostro. Chi segue da tanto la band, sa che i Dramalove in passato hanno collaborato anche con una nota casa discografica torinese, la BlissCo.

 “Cos’avete imparato dall’esperienza in BlissCo?”

 “E’ stata un’esperienza molto d’arricchimento sotto tutti i punti di vista, sia umano che professionale.

Lavorare in team ti dà la possibilità di concentrarti su alcune cose e delegarne altre,

cosa che invece adesso che usciamo in maniera completamente autoprodotta non possiamo (e forse non vogliamo) fare.

Siamo diventati tutti più multitasking. BlissCo è stata la nostra prima esperienza discografica,

abbiamo visto da vicino e imparato i metodi e i retroscena degli addetti ai lavori…

Abbiamo voltato pagina, ma non rinneghiamo nessuna delle scelte che abbiamo fatto in passato;

checché se ne dica, all’epoca quella era l’etichetta in cui chiunque avesse una band a Torino voleva trovarsi. E noi c’eravamo.”

C’eravate (e con merito .ndr), ma arrivare a raggiungere certi traguardi non è semplice, richiede sacrificio, impegno e costanza. Non tutti ce la fanno a reggere anche la frustrazione che molte volte arriva da questo ambiente. Tu e Riccardo in questi anni, invece, non avete mai mollato.

Cosa vi ha tenuto legati in questi anni? Il fatto che siete fratelli non implica nulla, penso agli Oasis…

 “Ben detto. Anzi, spesso essere fratelli può indurti a dare per scontato degli aspetti che in una band non puoi e non dovresti permetterti di dare per scontato. Essere in una band è come un matrimonio, chi come noi suona lo sa:

ogni rapporto va curato e trattato con il giusto rispetto e amicizia. Secondo me se non c’è qualcosa a livello umano prima, è inutile cercare sintonia e affinità tra le mura della sala prove. L’energia che scorre tra i componenti di una band si riflette nelle canzoni e nei concerti…comunque, per rispondere alla tua domanda, non saprei…

Credo che in tutti questi anni ci abbia tenuti insieme innanzitutto la passione per la musica,

e poi anche qualcos’altro, qualcosa di più potente, di silenzioso…come fosse una promessa fatta a noi stessi. Non saprei. Domanda difficile questa!”

 

Mi avrebbe incuriosito tantissimo la risposta di Riccardo, peccato non averlo avuto con noi!

La passione dopo un po’ rischia di spegnersi, bisogna esser in grado di trovare ispirazione e voglia di non fermarsi mai; quella non vi manca, ma cosa vi ispira quando componete?

 “Può essere qualsiasi cosa. Di solito uno dei tre arriva in sala prove con almeno un’idea, che poi si sviluppa tutti insieme secondo intuito e scelte comuni fatte al volo e accordate il più delle volte da uno sguardo durante un’improvvisazione, altre volte la direzione del pezzo è presa a tavolino e più ponderata.

Il bello di questo mestiere è che da un’idea di base non sai cosa verrà fuori.

Se lo sapessi da subito non sarebbe più così divertente e misterioso. Né appagante.

Sondare il piano dell’ispirazione non è facile…A me per esempio le idee vengono davvero quando vogliono loro, io non c’entro nulla. Preferisco ritenermi più un “tramite”, piuttosto che il creatore delle mie canzoni.”

Arriviamo, quindi, al perché dell’intervista, dopo video, esperienza con etichette discografiche, tour su grandi palchi c’è stato un momento di silenzio e poi il grande ritorno con il nuovo singolo “Stati Uniti d’Italia”. Un testo forte, come mai questa canzone? Da cosa nasce?

“Credo abbia molto a che fare con il periodo storico in cui stiamo vivendo.

Qualsiasi persona, figuriamoci artista, non può rimanere insensibile ai recenti accadimenti nel nostro Paese: ricordo che nel periodo in cui l’ho scritta avveniva la primavera araba, non si sentiva parlare d’altro che rivoluzioni, forconi, disagio e crisi a livello planetario. Le cose non sono ancora cambiate, mentre ti rispondo si contano le vittime di un fallito tentativo d’immigrazione a Lampedusa, ci sono più di 300 morti.

L’Europa vuole portarci e mantenerci alla fame, mentre qui sappiamo tutti benissimo che le soluzioni  ci sarebbero, vedi moneta propria ecc. Ad ogni modo sarebbe un discorso molto lungo, e che comunque non risolverebbe le cose.

Sono indeciso tra una visione leopardiana (pessimista) e ottimista del futuro.”

 “Stati Uniti d’Italia si può definire una canzone politica?”

 “Più che politica credo ‘sociale’. Sai, ci sono gruppi che fondano un’intera carriera su questo genere di tematiche (vedi Rage Against The Machine). Noi non siamo una di quelle. Mi piace pensare di poter essere libero di parlare ed esprimere quello che voglio nelle nostre canzoni, anche se la tua domanda è lecita, immagino che molti lettori sentano il bisogno di etichettare il pezzo, o la band…no, non fonderemo un partito politico.

Però come musicisti abbiamo la possibilità di diffondere dei messaggi, e questa è una responsabilità

che scegliamo di prendere volentieri.”

Il videoclip della canzone (che potete trovare alla fine di questa intervista) è molto duro, diretto, simbolico ed è stato curato dal talentuoso e geniale  Alessandro Bianchi, in arte Sinyus.

 “Come mai avete scelto proprio lui per il video? O meglio, com’è nata l’idea di collaborare?”

 “Alessandro Bianchi (in arte, Sinyus) lo conosciamo da parecchi anni. C’è una stima reciproca da entrambe le parti e finalmente abbiamo realizzato un sogno comune: collaborare insieme.

Il suo gusto e i suoi lavori ci hanno sempre colpito, e lui ha sempre ascoltato la nostra musica.

Anche questa canzone gli piace molto. Nell’arco di pochi giorni ha elaborato un sacco di idee,

che abbiamo visionato insieme e portato alla realtà. Capisci che uno è professionale

quando fa solo quello che serve, e in breve tempo. Durante le riprese sembrava avere già in mente

il montaggio finale. Ha letteralmente ‘vestito’ il brano, dandogli quello che è esattamente il look di cui avevamo bisogno: come dicevi tu, duro e d’impatto. Forte, come il messaggio del pezzo.”

 

Venerdì 11 ottobre presso le Lavanderie Ramone di Torino verrà presentata ufficialmente dal vivo la canzone. Ovviamente ora gli amici di MondoSpettacolo si staranno chiedendo cosa farete adesso e quindi, prima di salutarti, non posso esimermi dal chiederti:

 “ Diego quali sono i progetti futuri e imminenti dei Dramalove?”

 “Attualmente siamo impegnati nella promozione del video. Faremo dei concerti in giro, nel frattempo porteremo a termine le registrazioni dell’Ep, che speriamo veda la luce entro la fine di quest’anno.”

Così mi concedo e saluto Diego, disponibile e gentile come sempre.

A voi amici di MondoSpettacolo ricordo l’appuntamento coi nostri amici Dramalove venerdì 11 ottobre presso le Lavanderie Ramone di Torino e per tutti gli altri che volessero mettersi in contatto con questa fighissima band torinese, sotto trovate le info e i contatti!

Ciao a tutti, alla prossima intervista!

Kiss kiss.

Sara Vivian

 
Per info&contatti

dramaofficial@dramalove.it

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