LE RECENSIONI DI MONDOSPETTACOLO: RUSH

Un paio di mesi fa mi sono sbilanciato ad esporre le mie aspettative e previsioni sul film “Rush”, dedicato al duello Lauda-Hunt durante il mondiale F1 del 1976. Avevo fatto alcune considerazioni a ”scatola chiusa” fidandomi solo del trailer e riservandomi di trovare conferma oppure no.
Cominciamo dal film in sé e per sé. Ebbene, il film non delude: cattura l’attenzione e tiene il ritmo dall’inizio alla fine, d’altra parte Ron Howard non è l’ultimo arrivato.
La contrapposizione dei caratteri dei due protagonisti era troppo ghiotta per non essere sfruttata e costituisce di fatto l’aspetto centrale della storia: scapestrato e donnaiolo Hunt (Chris Hemsworth, già visto nel ruolo del supereroe Thor), precisino e a tratti antipatico Lauda (Daniel Bruhl, mostruosamente somigliante).
Si vuole mostrare la rivalità tra i due, accesa ma sempre animata dal rispetto reciproco, pur nell’ambito di una lotta senza esclusione di colpi.
Inutile dire che l’episodio centrale è ovviamente il famigerato incidente al Nurburgring che fu la svolta del campionato e, di fatto, favorì la vittoria finale di Hunt (ottenuta con un solo punto in più).
Va detto che pur risultando, come detto, un po’ antipatico a tratti (e la cosa è voluta), il personaggio di Lauda non esce male dal confronto con il rivale. Semplicemente incarna una diversa visione della vita e anche delle corse (per le quali è attualmente diventata l’unica possibile…), e in fondo ci vengono mostrati i limiti di entrambe le visioni: Lauda meno popolare presso la gente (se vogliamo dire così, visto che si parla di un campione sportivo) ma più professionale e tre volte campione del mondo, Hunt più gaudente e spensierato ma con una carriera che è stata una meteora e una morte prematura dovuta, si immagina, ai troppi stravizi.
Fin qui il film, che merita la visione sia per gli aspetti sportivi che per quelli umani ed esistenziali.
Sulla ricostruzione storica si può dire che è sufficientemente accurata nel seguire i vari passaggi di quel mondiale 1976 (anche se si cerca di mimetizzare in qualche modo lo scarso rendimento di Hunt fino al famoso incidente: le esigenze narrative chiedevano una rivalità costante e addirittura pregressa).


Guardando con attenzione il casting ci si accorge che sono presenti tutti i personaggi della storia vera, dal collega di Lauda Clay Regazzoni (interpretato dal nostro Pierfrancesco Favino) giù giù fino a personaggi di cui si fatica a cogliere la presenza (compreso il generoso Arturo Merzario che tirò fuori Lauda dall’auto in fiamme, interpretato da Cristian Solimeno).
Unico limite, forse, una costruzione un po’ troppo artificiosa della rivalità tra i due: stando al film, già in formula 3 si beccavano e duellavano tra loro come se tutti gli altri piloti manco fossero esistiti, ma gli annuari dell’automobilismo non accennano minimamente a tutto ciò.
Infine un piccolo errore individuabile solo da intenditori di auto d’epoca: nella sequenza del primo incontro tra Lauda e sua moglie Marlene (Alexandra Maria Lara) si vede transitare un’auto che in quell’anno non esisteva ancora…

Giuseppe Massari