SPECIALE TEATRO: MARATONA SUL FEMMINICIDIO INTERVISTA A “GIADA PRANDI”

I 12 SPETTACOLI della MARATONA

sul FEMMINICIDIO

DAL 7 AL 13 OTTOBRE 2013 al Teatro Lo Spazio

Testi/Inchiesta di Betta Cianchini

A cura di  Alessandro Machìa

 

Dodici storie differenti, ambientate in contesti sociali, culturali ed economici diversi. Dodici storie di donne, riviste e rappresentate con 12 tagli e prospettive differenti.

 

Oggi ne parliamo con Giada Prandi l’attrice che andrà in scena il 9 ottobre con:

 “Angela e il cassettone della suocera”

Di Betta Cianchini

 A cura di Alessandro Machìa

 

Ciao Giada benvenuta su Mondospettacolo come stai innanzitutto?

Molto bene grazie! Un po’ di sana tensione…come ogni giorno prima di un debutto ma felice di far parte di un progetto tanto importante.

Giada come è nata la tua partecipazione a questo progetto?

Nasce dal mio legame personale e professionale con l’autrice Betta Cianchini la quale da subito ha pensato ha me per una delle 12 storie. 

Io e Betta oltre ad essere amiche e colleghe da diversi anni, abbiamo recentemente collaborato ad un altro progetto teatrale a cui personalmente sono molto legata. Un progetto che oltre ad aver interpretato come attrice  al fianco di Cristiana Vaccaro, ho anche prodotto con la mia associazione culturale Aut Out. Sto parlando di “Dolce attesa per chi?” un commedia acida e tagliente sulla maternità 2.0 scritta appunto da Betta.Uno spettacolo che ha riscosso molto successo nella prima edizione e col quale saremo nuovamente in scena dal 19 Novembre al 2 Dicembre al Teatro dell’Orologio di Roma.

Visto il successo di questa prima collaborazione ci eravamo promesse di rifare qualcosa insieme molto presto ed eccoci qua!

Parlami del personaggio che interpreti in “Angela e il cassettone della suocera”

Angela è una donna intelligente e ironica,molto fragile, vittima delle quotidiane violenze fisiche e psicologiche che le vengono inflitte dal proprio compagno.Ma soprattutto è vittima  del suo desiderio, quasi perverso che la continua a spingere verso il compagno, nonostante i ripetuti abusi.E’ vittima della sua stessa carne, come dice lei stessa nel monologo :”La mia testa, lo capiva che dovevo scappare, ma la carne , la mia carne mi avvicinava a lui.La verita’ era questa .”  Non voglio dire di piu’, per non svelare gli snodi e l’evolversi del monologo, che e’ davvero intenso, forte e al tempo stesso tragicomico, come spesso è la vita.

Purtroppo sembra proprio che il nostro paese ha il triste primato o comunque è uno dei paesi industrializzati che ha un numero elevato di Femminicidi secondo te quale è la causa di questo fenomeno?

Appunto: il silenzio, l’indifferenza, l’ignoranza.

Questa è una piaga che affonda le sue radici in una cultura misogena e maschilista di cui purtroppo questo paese è profondamente intriso. Una condizione di profonda arretratezza culturale a cui le istituzioni e i cosìdetti media hanno prestato scarsissima attenzione per anni, lasciando che si arrivasse a questo punto.

E vergognoso che siano dovute morire così tante donne perchè se ne iniziasse a parlare come in questi termini. Perchè tanto silenzio?

Queste donne sono morte perchè sono state abbandonate al loro silenzio, alla loro paura, alla loro solitudine.

Ricevere violenza dal proprio compagno, marito, padre o familiare è qualcosa di molto difficile da gestire ed elaborare. Nei soggetti più deboli è un trauma che può indurre reazioni psicologiche molto complesse tra cui rifiuto e senso di colpa. Ci si trova spesso in una sorta di buco nero, di paralisi dalla quale da sole non è possibile uscire.

Queste donne hanno avuto paura di parlare, non hanno trovato nessuno a tendergli una mano e loro non sapevano a chi e come chiederla questa mano. Molte di loro hanno subito violenze e sevizie per anni prima di essere uccise. Perchè secondo voi la maggiorparte di queste donne morte ammazzate non hanno mai avuto il coraggio di denunciare i loro aguzzini? Perchè sono pazze? Bene è ora di porsi queste domande e cominciare a darsi delle risposte.

Solo puntando un riflettore su questo dramma, solo sensibilizzazando l’opinione pubblica, facendo conoscere le storie di queste donne e tutto quello che c’è dietro si può cominciare a pensare di risolvere qualcosa.

Giada, lancia un appello ai nostri lettori!!!

Documentatevi, parlatene tra di voi, leggete e ascoltate le storie di queste donne. Scoprite cosa c’e’ dietro queste tragedie. E’ un problema che rigurada tutti!

Giada ti ringrazio per avermi concesso questa intervista. Io e la mia redazione ti auguriamo un grande in bocca al lupo per il tuo debutto o meglio ancora come si dice in gergo teatrale “Tanta Merda”.

Grazie Alex, aspettiamo tutti i vostri lettori a venire a teatro!

Alex Cunsolo