Nelle librerie La musica nel cinema thriller di Marco Werba

Edito da Falsopiano, è nelle librerie La musica nel cinema thriller, manuale di composizione e analisi di partiture scritto da Marco Werba, autore di colonne sonore che spaziano da Giallo di Dario Argento a Il delitto Mattarella di Aurelio Grimaldi.

Con prefazione del critico cinematografico Roberto Lasagna, duecentosessantasei pagine delle quali la seconda parte è occupata proprio dalla partitura del lungometraggio diretto nel 2009 da Dario Argento; mentre le prime novantacinque ospitano sette capitoli attraverso cui Werba analizza le colonne sonore dei film di genere.

Partendo dalle funzioni pragmatiche della musica nell’horror, nel thriller e nella fantascienza dalle origini fino al 2019, quindi, analizza il lavoro di grandi maestri del calibro di Bernard Herrmann, Jerry Goldsmith, John Williams, Pino Donaggio e i Goblin di Claudio Simonetti.

Senza dimenticare, ovviamente, John Barry, Christopher Young, Ennio Morricone e molti altri ancora, effettuando un percorso che tocca Psycho, Lo squalo, Halloween – La notte delle streghe, ma anche compositori non specializzati in celluloide di genere in senso stretto, da Nino Rota a Georges Delerue, passando per Mario Nascimbene, Fiorenzo Carpi e Nicola Piovani.

Un percorso che ci porta a scoprire come, dinanzi allo schermo, la presenza della musica venga assorbita dallo spettatore a livello inconscio e trasformata in emozione generata dall’insieme dell’opera audiovisiva.

Un percorso che ci consente di apprendere le differenze in ambito musicale tra il Leitmotiv e l’impiego imitativo, per commento, evocativo, per contrasto e dinamico, citando anche i pensieri dei teorici inglesi Hans Keller e Raymond Spottiswoode e dell’Ermanno Comuzio autore del libro Colonna sonora, dialoghi, musiche, rumori dietro lo schermo, autentica Bibbia relativa all’argomento.

Si può parlare di una estetica della musica per film? Esiste la musica per film?

A questi e ad altri interrogativi fornisce risposte La musica nel cinema thriller, che prende il via addirittura dagli albori della Settima arte, quando il commento sonoro – spesso affidato ad un pianista impegnato nell’esecuzione di partiture classiche – era nato esclusivamente al fine di coprire il rumore del proiettore, per approdare alla recensione che Roberto Pugliese scrisse su Colonne sonore proprio a proposito della soundtrack di Giallo.

 

Francesco Lomuscio