Non mi uccidere: tre metri Sopra…morti!

Primo romanzo di una trilogia concepita dalla compianta Chiara Palazzolo tra il 2005 e il 2007, Non mi uccidere poggia curiosamente su un mix di storia d’amore giovanile e horror alla maniera del contemporaneo Twilight di Stephenie Meyer, giunto in Italia, però, soltanto nel 2006.

Del resto, anche i connotati del Rocco Fasano calato nei panni del protagonista maschile di questa trasposizione cinematografica a firma di Andrea De Sica richiamano non poco quelli del Robert Pattinson che ha affiancato Kristen Stewart nella fortunata versione da grande schermo derivata dal bestseller meyeriano.

Ma le analogie tra le due operazioni in fotogrammi possono tranquillamente fermarsi qui, in quanto la love story portata in scena in questo caso prende una piega molto meno romantica e dallo sguardo maggiormente volto all’horror. Perché, una volta giurato amore eterno alla Alice Pagani insieme a cui finisce per morire in una cava abbandonata, Fasano lascia spazio soprattutto a lei, tornata dalla tomba e sempre più cosciente di essersi trasformata in una creatura piuttosto pericolosa per gli esseri umani. Una creatura appartenente, per la precisione, ai Sopramorti, ovvero ragazzi resuscitati in seguito a morti violente e che si nutrono esclusivamente di persone vive, non decedute.

Né vampiri, né zombi, dunque, ma, in un certo senso, un incrocio tra le due specie, tanto che, comprensivi di occhi totalmente neri, ricordano nel look i succhiasangue di 30 giorni di buio di David Slade. Al servizio di circa un’ora e mezza di visione che il regista – al suo secondo lungometraggio dopo l’acclamato I figli della notte – definisce un thriller romantico dalla forte componete soprannaturale e in cui il tema dell’amarsi fino a morire gioca un ruolo metaforico per raccontare il passaggio all’età adulta e il proprio carico di rabbia e di disillusione.

Un passaggio che porta la ritornante ad aggredire la vita senza essere più aggredita a sua volta; man mano che si trova braccata dalla misteriosa setta dei Benandanti e che a guidarla è una Silvia Calderoni che completa il cast di Non mi uccidere insieme ad Anita Caprioli e Sergio Albelli, qui genitori della Pagani. Senza contare il Giacomo”Suburra”Ferrara che, al fianco di quest’ultima, accompagnato dalle note della lynchana The nightingale di Julee Cruise si ritrova al centro di una delle migliori sequenze del film.

In fin dei conti, come testimonia anche il memorabile massacro commentato dall’aria Lascia ch’io pianga proveniente dal Rinaldo di Georg Friedrich Haendel, è proprio la colonna sonora a rientrare tra gli aspetti cui De Sica presta in maniera evidente grande attenzione. Con tanto di orecchiabile Non mi  uccidere di Chadia Rodriguez e della stessa Pagani che chiude nei titoli di coda uno spettacolo tutt’altro che pulitino e rassicurante come le citate twilightate.

Uno spettacolo che, complice l’ottima fotografia a cura di Francesco di Giacomo, non privo di piuttosto audaci situazioni di sesso e liquido rosso schizzante manifesta un look fortemente internazionale capace di renderlo non poco competitivo con i mercati della Settima arte estera. Un pregio tutt’altro che da sottovalutare, considerando la morsa della provincialità in cui la celluloide del paese degli spaghetti è finita a cominciare dagli anni Novanta, decretando il funerale di un genere che ci ha consentito in passato di essere tra i maestri più emulati al mondo.

Disponibile dal 21 Aprile 2021 per l’acquisto e il noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV, e per il noleggio su Sky Primafila e Mediaset Play

 

 

Francesco Lomuscio