Oldboy rivive in edizione a triplo disco 4K Ultra HD

Diretto nel 2003 dal cineasta originario di Seoul Park Chan-wook, ma approdato nei cinema italiani soltanto due anni più tardi, Oldboy rivive in home video in una versione restaurata, dopo essere tornato nelle sale dello stivale nel 2021.

All’interno della sua collana Midnight Classics, infatti, Koch Media lo rende disponibile, in collaborazione con Lucky red, in una gustosa edizione mediabook che, comprensiva di interessante booklet e di una cartolina da collezione, si costituisce di tre dischi.

Il primo dispensatore del lungometraggio nel nuovo restauro in 4K da negativo originale, accompagnato nella sezione extra da tre diversi commenti audio (regista da solo, insieme al direttore della fotografia e in compagnia degli attori).

Il secondo, con contenuti speciali i tre commenti audio, l’esauriente documentario Old days (oltre un’ora e cinquanta di durata), trailer italiano e originale, è un blu-ray in cui possiamo trovare il film in HD derivato da master 4K.

Film che, tratto da un fumetto giapponese creato da Tsuchiya Garon e disegnato da Mineghishi Nobuaki, rappresenta il secondo tassello di una ideale trilogia iniziata da Park Chan-wook con Mr. Vendetta, del 2002, e terminata dallo stesso tramite Lady Vendetta, datato 2005.

Un film che, oltre a raccontare una estrema storia di riscatto, pone al proprio centro il tempo, a cominciare dai titoli di testa presentanti caratteri che ruotano in senso orario e altri che scorrono come i secondi negli orologi digitali.

La storia di un padre di famiglia incarnato dal Choi Min-Sik di Ebbro d’amore e di pittura, il quale, durante una sera del 1988, viene rapito senza motivo apparente e rinchiuso in una prigione privata. Prigione al cui interno finisce per trascorrere quindici anni, per poi essere inaspettatamente rilasciato.

Una claustrofobica stanza dove l’unico suo legame con il mondo esterno era rappresentato da un televisore attraverso cui venne a sapere di essere il principale indiziato dell’omicidio della moglie. Accumulando nel tempo tutta la rabbia interiore trasformatasi in una inarrestabile sete di vendetta nei confronti del suo misterioso rapitore; sebbene l’intento dell’uomo, che intanto ha anche fatto conoscenza con la giovane lavorante di un ristorante dalle fattezze di Gang Hye-Jung, non sia soltanto quello di dare un volto all’ignoto personaggio, bensì scoprire la motivazione del sequestro.

Perché è il legame tra i ricordi e la sete di vendetta a fare da fulcro a Oldboy, come spiega anche il regista: “La vendetta in sé esiste perché non siamo riusciti a dimenticare il passato, quindi il rapporto tra questa e i ricordi è di mutua esistenza, a meno che non si riescano a lasciare indietro i ricordi. Il protagonista qui cresce fisicamente, ma rimane con l’animo nel passato, quindi non riesce a liberarsi del suo desiderio di vendetta”.

Ed è fondendo efficacemente dramma interiore, azione tinta di splatter e immancabile ironia che muta in fotogrammi l’ottima sceneggiatura scritta in collaborazione con Hwang Jo-Yun e Lim Joon-Hyung,.

Una sceneggiatura che riesce a rendere pienamente partecipe lo spettatore, in maniera sofferta, di una triste vicenda intrisa di mistero e destinata a svelarsi lentamente, facendo accrescere anche in essi, insieme al protagonista, una incontenibile rabbia che sfocia in insostenibili torture odontoiatriche e scontri d’arti marziali.

Ma senza far risultare mai gratuita l’estrema esaltazione grafica della violenza, che, anzi, grazie all’alto contenuto di realismo si rivela tutt’altro che sadica e, al contempo, capace di spingere alla riflessione.

Vendicarsi fa bene alla salute, ma che succede una volta che ti sei vendicato? Il dolore tornerà a cercarti? Sono soltanto due degli interrogativi a cui risponde questo capolavoro d’inizio millennio che, non privo di poesia, con risvolti altamente sorprendenti lascia emergere un certo reclamo del diritto di vivere. Il tutto esponendo la cattiveria dell’essere umano, capace di toccare vette irraggiungibili soprattutto quando arriva a colpire contemporaneamente il cuore e il cervello.

Dodici interviste, un making of diviso in dieci parti, dodici interviste, il videoclip della canzone Bring my love, il diario di lavorazione (tre minuti), i ricordi da parte di cast e troupe del Gran premio della giuria conquistato a Cannes dalla pellicola (nove minuti) e scene eliminate commentate da Park Chan-wook (ventiquattro minuti) impreziosiscono ulteriormente questa limited edition di Oldboy nel terzo disco, dedicato per intero a materiale extra.

 

 

Francesco Lomuscio