Ricordando Dino De Laurentiis, dalla rinascita del cinema italiano alla gaffe con Meryl Streep

Oggi era nato il produttore cinematografico premio Oscar Dino De Laurentiis (Torre Annunziata, 8 Agosto 1919 – Beverly Hills, 10 Novembre 2010).

Dino, all’anagrafe Agostino, all’età di quattordici anni comincia a guadagnarsi da vivere vendendo pasta per conto dell’azienda di famiglia. Due anni dopo se ne va di casa per iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, con l’idea di diventare attore. Avendo scoperto non essere quella la sua effettiva vocazione, decide di diventare produttore.

A ventuno anni costituisce a Torino una sua casa di produzione, ma la Seconda Guerra Mondiale pone fine all’impresa. L’Italia esce devastata dal conflitto, non ci sono soldi ma De Laurentis non si scoraggia e prende parte alla rinascita del cinema italiano e del movimento neorealista producendo diversi film di successo con Silvana Mangano, che sposa nel 1949. L’anno dopo si associa con Carlo Ponti e un gruppo di amici: dalla amicizia con Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Federico Fellini e Alberto Lattuada nascono capolavori quali Roma città aperta, Sciuscià, Paisà e Ladri di biciclette. Con ambizioni cresciute, produce Guerra e pace dando inizio alla sua contraddittoria politica, consistente nel fare da un lato opere commerciali, dall’altro opere d’arte all’europea.

Quei film lanciano il nostro cinema nel mondo e fanno capire agli americani che il loro sistema produttivo è sbagliato. Lo hanno detto e ripetuto Steven Spielberg, Sydney Pollack e Martin Scorsese: “Abbiamo imparato da voi”. Fu un momento magico: Hollywood rischiò di perdere il primato. La cosiddetta Hollywood sul Tevere fu agevolata da una legge fatta da Giulio Andreotti, l’unica intelligente mai varata per il cinema, che diceva che un film per essere italiano deve avere almeno il cinquanta per cento di personale italiano.

“Questo ci dava la possibilità di impiegare anche attori americani, come Clint Eastwood negli spaghetti western o Audrey Hepburn in Guerra e pace. A un certo punto gli americani – ho il dubbio che abbiano pagato salato per questo – riuscirono a convincere il governo a cambiare la legge. Il socialista Corona varò un decreto che fu la tomba del nostro cinema, portava la percentuale dal cinquanta al cento per cento. A quel punto non ebbi esitazione, partii per gli USA” ha dichiarato poi De Laurentiis in un’intervista rilasciata a Repubblica il 12 Luglio 2009.

Nel 1971 si trasferisce così negli USA e prosegue la sua attività con film di gangster, mafia, polizia (il migliore è Serpico del 1973, di Sydney Lumet), con colossi quali il rifacimento datato 1976 di King Kong e produzioni di prestigio tra cui Buffalo Bill e gli indiani di Robert Altman, L’uovo del serpente di Ingmar Bergman e Ragtime di Milos Forman.

A proposito di King Kong, tra l’altro, Meryl Streep ha rilasciato un’intervista al David Letterman Show in cui ha rivelato di essere stata brutalmente scartata quando, nel 1975, si presentò al provino per interpretare nel film la parte di Anne Darrow.

De Laurentiis all’epoca stava effettuando i casting per assegnare i vari ruoli agli attori, e, quando il figlio gli presentò la Streep, il vecchio Dino se ne saltò fuori dicendo: “Che brutta! Perché mi hai portato questa cosa?”.

La sfortuna volle che l’immensa Meryl conoscesse l’italiano e, quindi, non perse tempo nel rispondere al grande produttore in questo modo: “Mi spiace che tu pensi che io sia troppo brutta per il tuo film, ma la tua è solo un’opinione in un mare che ne contiene centinaia e ora mi cercherò una corrente più gentile”.
De Laurentiis la guardò come se lei gli avesse sparato, ma tanto ormai non sarebbe stato più possibile rimediare alla gaffe.

 

Daniela Asmundo