Sound of freedom – Il canto della libertà: un grido d’orrore per l’umanità

Diretto dal messicano Alejandro Monteverde, Sound of freedom – Il canto della libertà è un film basato su fatti realmente accaduti.

Tutto parte in Honduras nella città di Tegucicalpa, ove una ragazzina viene avvicinata da una giovane e attraente donna, una ex Miss locale, Giselle, ovvero Yessica Borroto Perryman.

Questa promette a lei e a suo padre, persone molto umili, un futuro roseo, proponendo un servizio fotografico per la bambina. All’incontro col genitore scopre che la piccola, Rocío, interpretata da Cristal Aparacio, ha anche un fratellino e invita Roberto, il genitore cui presta il volto José Zuniga, ad includere anche lui, Miguel alias Lucás Ávila, nel provino. Roberto ha però un’agghiacciante sorpresa quando si reca nell’hotel sede del servizio fotografico e scopre che dei bambini e di Giselle non vi è più alcuna traccia. A Calexico, in California, nel frattempo un agente speciale per la sicurezza interna del paese, Tim Ballard, incarnato da Jim Caviezel, è sulle tracce di un pericoloso predatore e trafficante di bambini. I destini di Tim e dei piccoli rapiti in Honduras, quindi, si incroceranno.

Sound of freedom – il canto della libertà lancia un grido d’orrore per l’umanità circa i rapimenti di bambini, che avvengono prevalentemente nei paesi più poveri da parte di predatori che li vendono soprattutto in occidente a ricchi e potenti pedofili. Il film evidenzia – senza fare nomi di persone e luoghi – fatti e posti reali che sono divenuti teatro di tali ignobili atrocità. L’isola nei Caraibi che appare nel lungometraggio è facilmente riconducibile ad avvenimenti tempo fa giunti alla ribalta delle cronache. Tim Ballard si infiltra nella fitta rete dei trafficanti per cercare di far arrestare i colpevoli e liberare i bambini.

La ricostruzione dei fatti ha una narrazione asciutta che arriva dritta al punto, abilmente strutturata dal regista. Ma, pur trattandosi di un’opera in cui le indagini di polizia e le sequenze d’azione sono preponderanti, è da segnalare l’assenza di immagini molto violente. Preciso è il fine di Sound of freedom – Il canto della libertà: generare interesse e sdegno confidando anche nel passaparola delle persone, in modo che venga fatta sempre più luce su questi abominevoli crimini. Da segnalare le immagini del vero agente speciale poste ad inizio dei titoli di coda, durante i quali è presente anche un videomessaggio del protagonista Caviezel.

 

 

Fabrizio Battisti