Stasera in tv Accade una notte di Frank Capra, con Clark Gable

Stasera in tv Su Rtv San Marino (canale 831) alle 21 Accadde una notte (It Happened One Night), un film del 1934 diretto da Frank Capra. Il film fu il primo a vincere i cinque maggiori premi Oscar (Big Five): miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice protagonista, successivamente vinti solo da Qualcuno volò sul nido del cuculo nel 1976 e da Il silenzio degli innocenti nel 1992. Nel 1993 è stato inserito fra i film conservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al trentacinquesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al quarantaseiesimo posto. La medesima organizzazione lo ha collocato all’ottava posizione tra le migliori commedie americane di sempre. Con Clark Gable, Claudette Colbert, Walter Connolly, Roscoe Karns, Jameson Thomas, Alan Hale, Arthur Hoyt, Blanche Friderici.

Trama
Una bizzosa ereditiera si è innamorata di un affascinante aviatore, bellimbusto e vanesio nonché discreto parassita. Il padre di lei osteggia il sentimento, ma la giovane non sente ragioni e scappa per raggiungere il suo amato. Un giornalista la tallona ma, invece di mettere a segno uno scoop, finisce con l’innamorarsi, ricambiato, della sua “preda”.

“Primo film ad ottenere i cinque Oscar più prestigiosi (miglior film, regia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura), It Happened One Night è uno dei maggiori successi di tutto il cinema hollywoodiano classico. È considerato il prototipo della screwball comedy, di cui presenta tutti i tratti fondamentali, per quanto riguarda l’intreccio, i personaggi, i conflitti in gioco, lo stile. Lo scontro tra uomo e donna viene declinato secondo differenze di classe. Tali differenze si ripercuotono sul comportamento e il lifestyle dei due protagonisti. Ellie è una giovane e viziata aristocratica, mentre Peter è un giornalista squattrinato e sin troppo sbruffone, ma con principi morali saldi. La dicotomia ozio/lavoro modella subito l’identità sociale dei due: Ellie ci viene mostrata nel lussuoso yacht del padre, Peter mentre ubriaco litiga al telefono col suo capo. Se entrambi i personaggi devono cambiare affinché giungano la riconciliazione e l’unione finale, è soprattutto il personaggio femminile che si trasforma. Ellie è una giovane energica e volitiva che si ribella al padre, contrario al suo matrimonio. Ma è anche capricciosa e inconsapevole di ciò che la circonda. Il viaggio da Miami a New York costituisce la sua Bildung, il suo apprendistato alla vita adulta e alla realtà impoverita della middle America negli anni di crisi. Frank Capra riesce qui a operare, in modo assai efficace, su un doppio livello, quello narrativo e quello ideologico, e a motivare l’evoluzione del personaggio iniettando al contempo una buona dose di populismo. È celebre, in particolare, la sequenza in cui Ellie va a fare la doccia nel motel in cui ha pernottato. Il lungo carrello che segue la ragazza mentre si avvicina alla fila di donne in attesa inquadra uno squarcio veramente memorabile dell’epoca della Depressione. La firma di Capra sta proprio nella capacità di fondere l’intreccio screwball, gli scontri verbali e la comicità fisica che contraddistinguono il genere con la rappresentazione ‘realistica’ delle classi subalterne. I numerosi carrelli all’interno del bus sono spiegabili in questo senso: nel seguire i movimenti dei protagonisti il regista riprende al contempo i visi e i corpi della povertà. E tuttavia, il film mostra che le differenze di classe possono essere superate, come se il privato riuscisse a risolvere il sociale. In questo sta la sua componente utopica: «It Happened One Night è un film sulla fame, sull’aver fame, dove l’essere affamati è una metafora dell’immaginare o meglio dell’immaginare un modo di vivere migliore» (S. Cavell).

La traiettoria narrativa è centrata sull’evoluzione del rapporto della coppia, dall’iniziale reciproco disprezzo al finale riconoscimento del comune innamoramento. Sin dalla sequenza della lite col padre la messa in scena mostra una raggiunta simbiosi tra le regole della continuità classica e l’uso del dialogo: il ritmo dei piani è veloce, come i battibecchi tra padre e figlia, e la precisione dei raccordi assicura l’invisible style. Con la fuga di Ellie ha inizio il racconto vero e proprio. Come in altri importanti film del periodo ‒ si pensi a Stagecoach ‒ il viaggio è la forma esemplare in cui viene tradotta l’idea di base del racconto classico. Ovvero l’idea che il racconto classico sia una traiettoria, uno spostamento, diviene un elemento narrativo: l’eroe e l’eroina compiono un viaggio sia letterale che metaforico, uno spostamento da un luogo di partenza (Miami) a uno di arrivo (New York), un percorso a tappe in cui i personaggi gradualmente evolvono. L’esito necessario viene preparato sin dall’inizio tramite strategie squisitamente classiche: il film anticipa il finale stabilendo un’unione formale tra i protagonisti che contraddice la separazione diegetica. Ellie e Peter entrano in scena separatamente, ma nel comune atto di ribellarsi contro l’autorità paterna (il capo di Peter ha evidenti funzioni paterne). Inoltre, benché all’inizio non si sopportino nemmeno, la regia li unisce ancora prima che si incontrino: dopo aver mostrato Ellie con il suo biglietto per New York, la macchina da presa si sposta lasciando la donna fuori campo e andando a inquadrare la cabina dove Peter sta telefonando. La regia lega i due personaggi nello stesso piano, incrociando formalmente i loro destini, prima che il racconto lo faccia effettivamente. E il famoso espediente delle ‘mura di Gerico’ (la coperta appesa per separare i due nella stessa stanza da letto, a proteggere la verginità di Ellie) mostra quanto sia in realtà labile e fittizia la loro separazione”.
(Veronica Pravadelli, Enciclopedia del Cinema, 2004)

 

 

Luca Biscontini