Stasera in tv Le tentazioni del dottor Antonio di Federico Fellini

Stasera in tv su Cine34 alle 23 Le tentazioni del dottor Antonio, un episodio del film collettivo Boccaccio ’70 (1962), diretto da Federico Fellini. Gli altri tre episodi furono diretti da Luchino Visconti, Vittorio De Sica e Mario Monicelli. Sceneggiato da Ennio Flaiano, Tullio Pinelli e Federico Fellini, con la fotografia di Otello Martelli, il montaggio di Leo Catozzo, le scenografie di Piro Zuffi e le musiche di Nino Rota, Le tentazioni del dottor Antonio è interpretato da Peppino De Filippo, Anita Ekberg, Antonio Acqua, Donatella Della Nora, Dante Maggio, Alberto Sorrentino, Mario Passante, Gianfranco Mingozzi, Giuliano Gemma, Giacomo Furia, Alfredo Rizzo, Ciccio Barbi, Silvio Bagolini.

Trama
Che succede al vecchio sessuofobo che strappa le copertine “osée” dei giornali nelle edicole se proprio di fronte a casa sua si erge all’improvviso un cartellone pubblicitario con la procace Anita Ekberg in pieno splendore carnale? Nel corso della sua battaglia contro “l’immoralità” del cartello il professore riceve perfino (in sogno) la visita della donna.

“Qualcuno scrisse che era saccente, altri che era troppo scherzoso, o troppo barocco, o troppo superficiale: Le tentazioni del dottor Antonio, 40 minuti trascinati dalla musica di Nino Rota e, soprattutto, dal ritornello «Bevete più latte!». Nel 1962, a due anni da La dolce vita, Fellini ride, dei moralizzatori che avevano attaccato il suo capolavoro per pruderie benpensante, e di sé stesso, che non si stanca di accumulare ossessioni cattoliche, scherzi da disegnatore umoristico e un furioso attaccamento di provinciale per Roma fastosa e discinta. Una Roma, se vogliamo, anche lei di provincia: Eur, quartiere di geometrie razionaliste e spianate ancora campestri, laghetto sul quale fare sci d’acqua e andare in pedalò e set di pepla caserecci. Aperto dalla vocina squillante di un Cupido bambina che ride e si diverte tanto, e da sfilze di pretini in rosso, suorine in bianco, collegiali in giallo (è il suo primo lavoro a colori), e dominato dalla gigantesca Anita, dai suoi piedi, il suo seno, i suoi occhi, i suoi capelli, che si beffa del minuscolo bacchettone che vuole ucciderla per non desiderarla, un piccolo, magnifico gioco a rimpiattino tra l’autore e la “sua” città, il suo passato, il suo mestiere, i suoi incubi, i suoi sogni. Sta lì, sospeso tra il Fellini commediante e quello onirico, tra l’apparizione de Lo Sceicco Bianco sull’altalena e la visione dell’harem di Guido Anselmi, un desiderio incastonato nella memoria di un visionario che sapeva leggersi (e leggerci) dentro molto bene e che ha sempre conservato il grande dono dell’ironia”.
(Emanuela Martini, Cineforum, 26 Gennaio 2020)

 

https://www.youtube.com/watch?v=2KPDeQFhG-0

 

Luca Biscontini