Stasera in tv Nodo alla gola di Alfred Hitchcock

Stasera in tv su TV 2000 alle 21,10 Nodo alla gola (Rope), un film del 1948 diretto da Alfred Hitchcock. È la prima pellicola del regista interpretata da James Stewart e girata in Technicolor. Basata sulla medesima rappresentazione teatrale del 1929 di Patrick Hamilton, fu adattata da Hume Cronyn. La trama è ispirata a un reale fatto di cronaca nera: l’omicidio del 14enne Bobby Franks, assassinato da due studenti dell’Università di Chicago, Leopold e Loeb. Con James Stewart, Farley Granger, John Dall, Constance Collier, Cedric Hardwicke, Joan Chandler, Douglas Dick, Dick Hogan, Edith Evanson,

Trama
Per dimostrare la teoria del “delitto perfetto”, Philip e Brandon uccidono l’amico David e ne nascondono il corpo in una cassapanca per liberarsene più tardi. Sta infatti per arrivare gente nell’elegante appartamento, tra cui i parenti e la fidanzata dello stesso David. La visita si svolge in un clima di tensione. Brandon fa discorsi strani, giustifica l’omicidio quando si tratti di eliminare persone “inferiori”. Uno degli invitati, Rupert Cadell, si insospettisce.

Il soggetto di Nodo alla gola, tratto dalla pièce Rope di Patrick Hamilton, è ispirato a un avvenimento di cronaca nera, l’assassinio di un bambino commesso nel 1924 da Nathan Freudenthal Leopold Jr. e Richard A. Loeb, una coppia di giovani uniti da un legame omosessuale. Il delitto sconvolse l’America per la sua gratuità (la vittima fu scelta a caso e il crimine aveva il solo scopo di commettere un delitto per il gusto estetico di compierlo). Il film si limita tuttavia unicamente a prendere spunto dal gesto gratuito della coppia, poiché il delitto Leopold-Loeb ebbe esecuzione totalmente diversa da quella presentata dalla trama del film

Per il regista è una doppia sfida tecnica: questo è il suo primo film a colori ed è composto da dieci piani-sequenza, alcuni dei quali collegati tra loro in modo da apparire come un’unica ripresa. “L’idea un po’ folle di girare un film costituito da una sola inquadratura” (Hitchcock a Truffaut). “Tutte le riprese durano 10 minuti ciascuna, il tempo di durata di proiezione di un rullo, 300 metri di pellicola (TMT, Ten Minutes Take): gli stacchi necessari per cambiare bobina sono camuffati in modo da non spezzare la sensazione di continuità nel tempo e nello spazio” (Éric Rohmer, Claude Chabrol).

Alfred Hitchcock: “Il pavimento era segnato con cerchi numerati per i 25 o 30 movimenti che la macchina da presa avrebbe fatto. Intere pareti dell’appartamento scivolavano via per permettere alla macchina da presa di seguire gli attori. Ma più spettacolare di tutti i dispositivi era il cyclorama, una perfetta riproduzione in miniatura di 35 miglia del profilo di New York illuminato da 8000 lampadine a incandescenza e da 200 insegne al neon per le quali erano stati utilizzati 150 trasformatori”.

Il film s’inserisce inoltre nel dibattito, che all’epoca era d’attualità, sul cosiddetto atto gratuito propugnato dal premio Nobel per la letteratura André Gide; altre analogie riscontrabili sono quelle col romanzo Delitto e castigo di Dostoevskij e con le idee di oltreuomo e trasvalutazione dei valori proprie della filosofia di Nietzsche. Altre influenze letterarie sono ascritte a Edgar Allan Poe, The Imp of the Perverse (Il demone della perversità), racconto pubblicato nel luglio del 1845 sul Graham’s Magazine di Filadelfia. Va dato atto del fatto che Hitchcock riesce, nonostante il Codice Hays allora in vigore proibisse espressamente la rappresentazione di omosessuali sul grande schermo, a dar conto del legame fra i due personaggi attraverso particolari e sottili allusioni.

 

 

Luca Biscontini