Stasera in tv Testimone d’accusa di Billy Wilder, con Marlene Dietrich

Stasera in tv su Rai Movie alle 23 Testimone d’accusa (Witness for the Prosecution), un film del 1957 diretto da Billy Wilder. È tratto dall’omonima commedia di enorme successo di Agatha Christie, a sua volta rielaborata dal suo racconto del 1925. La commedia fu riadattata più volte per il cinema e, secondo la stessa Christie, la versione diretta da Billy Wilder è il miglior film tratto da una sua opera. Per il ruolo di Leonard Vole, il regista Billy Wilder propose anzitutto William Holden; prima di scritturare Tyrone Power, furono considerati anche Kirk Douglas, Roger Moore, Jack Lemmon, Glenn Ford e Gene Kelly. Tyrone Power accettò il ruolo solo quando gli fu offerto un doppio contratto, per girare Testimone d’accusa e Salomone e la regina di Saba, con un compenso di 300000 $ a film: l’attore però morì durante le riprese del secondo film, in cui fu sostituito da Yul Brynner. Per il ruolo di Cristina Helm furono prese in considerazione anche Vivien Leigh, Rita Hayworth e Ava Gardner. Marlene Dietrich accettò il ruolo con la certezza di avere l’amico Billy Wilder come regista. Pur di mostrare interamente le bellissime gambe di Marlene Dietrich, fu scritta e girata un’intera scena che costò 90.000 dollari. Era così sicura che avrebbe ricevuto una nomination al premio Oscar per il film, che in occasione di uno show a Las Vegas chiese di essere presentata al pubblico citando l’avvenimento: lo show fu infatti un fiasco dopo che si seppe che non era stata candidata. Una O’Connor è l’unica attrice che ha interpretato lo stesso ruolo sia nelle 645 rappresentazioni teatrali dell’opera, sia nel film. Anche per lei si è trattato dell’ultimo lavoro cinematografico.

Trama
Sir Wilfrid Roberts dovrebbe smetterla di fare l’avvocato, non ha più l’età per stare in tribunale e non ha più il fisico neppure per bere come sostiene l’infermiera che amorevolmente lo accudisce. Però c’è un caso che lo attira irresistibilmente: c’è una donna che con la sua testimonianza potrebbe far condannare il marito accusato di omicidio.

“Cineasta poliedrico e personale, Billy Wilder abbandona il registro della commedia sofisticata, evitando il rischio di perdere smalto su un terreno già ampiamente codificato, e porta sullo schermo la pièce teatrale omonima di Agatha Christie, riprendendo in mano un genere, il giallo, che in passato aveva più volte sfiorato: il risultato è una pietra miliare del legal-thriller contemporaneo. Girato quasi completamente dentro l’aula del tribunale e caratterizzato dalla straripante interpretazione del mattatore Charles Laughton nei panni del panciuto avvocato difensore, Testimone d’accusa è, con ogni probabilità, la miglior trasposizione cinematografica mai fatta da un’opera della Christie (ipse dixit), contraddistinta, come tutte le pellicole di Wilder, da un ritmo travolgente, un rigore quasi geometrico nella compilazione della sceneggiatura e un leggerissimo senso dell’umorismo, che infila una serie di lame nell’ipocrisia della morale comune (in questo caso, rappresentata dalla legge inglese, incapace di mettere le mani sulla verità). All’interno della particolare filmografia del grande regista, rappresenta uno spartiacque tra le commedie sofisticate del decennio che si apprestava a finire e la serie ravvicinata di grandi opere realizzate negli anni ’60, caratterizzate dal sodalizio professionale con lo sceneggiatore di origine rumena I.A.L. Diamond. I siparietti comici tra Laughton e la sua infermiera, interpretata da Elsa Lanchester, sono irresistibili: i due erano marito e moglie nella vita reale e si vede”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini