Wake up in the cosmos: intervista alla band

“Wake up in the cosmos” è uno status quo, una sorta di locus amoenus distorto in cui ci si rifugia. Una volta indossato il casco ci isoliamo dal mondo esterno e ci svegliamo all’interno del nostro cosmo. Un cosmo che si, ci accoglie, ma che non è sempre perfetto e felice. Per quanto immaginiamo, desideriamo, non possiamo sapere cosa ci può riservare il viaggio all’interno della nostra mente. Il progetto nasce nel 2018 per volontà di Francesco Bigazzi (voce e chitarra), che coinvolgendo Edoardo (batteria), Alessandro (chitarra) e Simone (basso), scolpiscono il progetto Wake Up In the Cosmos. Un progetto che coniuga il garage e la neo-psichedelica di inizio millennio.

I brani scritti direttamente da lui, traggono ispirazione dalle influenze sopra citate, cercando di unire ricerca personale e sperimentazione.

Nel 2018 subentrano anche Alessandro e Edoardo che, provenendo da altri contesti apportano l’innesco di contributi strutturali e influenze personali come la pura psichedelia, l’afrobeat, tribal-psych. Nel 2020, con lo stabilizzarsi della formazione ordierna, grazie all’ingresso di Simone al basso, la band intraprende un percorso di coesione, condivisione, scambio di idee ed in questo contesto il sound si amalgama e concretizza il progetto Wake up in the cosmos.

Nel 2022 conoscono il produttore Renato d’Amico interessato a lavorare con un gruppo musicale fuori da schemi canonici, da qui inizia la loro collaborazione e la registrazione del loro primo album “Keine Strasse” pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal Music Group, disponibile sulle piattaforme digitali e in formato fisico. 

Quanto ritenete fondamentali la passione e lo studio per intraprendere una carriera musicale?

La passione è fondamentale, come in ogni ambito della vita, è il motore che ti fa andare avanti. Anche lo studio è molto importante, è dura parlare una lingua senza conoscere l’alfabeto.

In relazione al vostro recente lavoro discografico, “Keine Strasse”, esiste un filo conduttore che lega le diverse tracce presenti nell’album?

É il tema del viaggio, senza meta e senza un percorso prestabilito. É un errare incerto all’interno della nostra mente, fra ricordi, traumi, esperienze ma anche sogni e speranze.

Quanto della vostra vita personale si riflette nelle vostre canzoni?

Molto, ci siamo messi a nudo esplorando noi stessi, traducendo poi in musica tutto ciò che ne è scaturito.

Quali sono i vostri piani futuri per quanto riguarda la produzione discografica?

Il nostro primo Progetto è servito come base di partenza per il nostro percorso, continueremo il nostro viaggio e lo faremo con lo stesso approccio dell’incertezza. Consapevoli che il bagaglio da cui attingeremo non sarà lo stesso di un anno e mezzo fa.

A livello di produzione, non vogliamo perdere la nostra identità quindi cercheremo di mantenere lo stile caratteristico, ma non neghiamo che ci piacerebbe sperimentare ancora e ancora e sicuramente lo faremo.

In che modo pensate che i social media possano essere utilizzati efficacemente per sostenere la vostra attività artistica?

I social sono uno strumento ormai fondamentale per un artista. Non ci soffermeremo sulla mole d’informazione e spunti che chiunque può ricercare per migliorare il proprio settore di business. Noi ci siamo approcciati semplicemente da appassionati di musica; facciamo Vedere come lavoriamo, che ci divertiamo e anche il dietro le quinte del nostro percorso. Riprendiamo la tematica del viaggio proprio perchè per noi è importante la credibilità, indipendentemente dai numeri.

Quali sono i vostri prossimi impegni artistici che intendete affrontare nel breve e nel medio termine?

Diciamo che il nostro primo impegno è sempre stato musicale, poi ci siamo presi in carico tutto il resto che è un lavoro impressionante ed estenuante, quindi post uscita disco ci siamo trovati tutti d’accordo che il punto focale di una band sia la continuità live, uscire dal proprio paesallo/città/regione per affrontare un pubblico nuovo, avere un riscontro diverso, pareri, per smussare I punti deboli non solo a livello musicale ma anche a livello d’immagine. Con queste convinzioni ci siamo rivolti ad “Annibale booking Italia” che ha accettato di lavorare con noi, non possiamo rivelare le prime date ufficiali perché entrati da pochissimo ma per noi è un piccolo traguardo.