Bombshell – La voce dello scandalo: Theron, Kidman e Robbie tra sesso e potere

In principio destinato ad un’uscita cinematografica, Bombshell – La voce dello scandalo è disponibile sulla piattaforma di Amazon Prime.

La storia, ripresa anche nella miniserie tv  The Loudest Voice – Sesso e potere con Russel Crowe ci racconta in cronaca romanzata ma fedele lo scandalo sessuale che coinvolse Roger Ailes, amministratore delegato di Fox News.

Repubblicano, sostenitore di Nixon, Reagan, Bush padre e figlio, Ailes, abilissimo comunicatore, nel 1996 viene scelto direttamente da Rupert Murdoch per dirigere Fox News Channel e, in breve tempo, il network scalza la CNN dalla vetta dell’audience delle notizie. Il tutto, con un taglio, appunto, totalmente repubblicano, che riflette il pensiero dei gran parte dell’America rurale. L’abilità di Ailes era anche la scelta di conduttrici in gamba ma decisamente belle, e nel film, non a caso, viene recitato sempre il suo mantra “È un media di immagine”.

Bombshell – La voce dello scandalo ricostruisce la fine di Ailes e lo scandalo che lo portò alle dimissioni mentre Donald Trump si preparava a vincere le elezioni a dispetto di ogni previsione. E lo fa usando, in un certo senso, il linguaggio stesso di Fox News, o, comunque, rappresentando le donne in un determinato modo.

Il lungometrasggio, ovviamente, riflette molto il pensiero degli autori (Il nome Trump viene citato quasi cento volte in neppure due ore di durata). Splendide le protagoniste Charlize Theron, truccata perfettamente da Megyn Kelly, Nicole Kidman nel ruolo di Gretchen Carlson, che innescò lo scandalo denunciando Roger per molestie sessuali, e Margot Robbie nei panni della giovane giornalista pronta a tutto per andare sullo schermo e che incontra l’ormai anziano Ailes, interpetato magistralmente da  John Lithgow.

Un film destinato a far parte del movimento #MeToo, contro Donald Trump, a favore del sesso femminile. Un film che fa comprendere che Roger Ailes esercitava il suo potere con le donne, ma, al tempo stesso, era maledettamente bravo nel proprio lavoro. Prova ne siano gli otto anni di George W. Bush, sicuramente non uno dei migliori presidenti che abbia avuto l’America. Mentre si lascia anche trasparire come Donald Trump debba gran parte del merito alla sua elezione a Roger, sebbene la verità sia decisamente più complicata e complessa.

In fin dei conti, quello portato in scena altro non è che il racconto di un abile comunicatore che per vent’anni ha condotto in modo spregiudicato Fox News portandola a livelli di ascolto e di guadagni per Murdoch incredibili. Al tempo stesso, una vicenda costellata di abusi e molestie  sessuali nei confronti di chi ha fatto o non fatto carriera.

Professionalmente diretto dal bravo Jay Roach, Bombshell – La voce dello scandalo è un prodotto di denuncia in cui tutto funziona e che mette a nudo le molte contraddizioni del sistema di comunicazione americano, del suo potere e dell’intrinseco legame con il sesso (legame che esiste da quando è nata l’umanità). In sintesi, un valido lungometraggio per chi odia Trump, per conoscere  una storia legata al potere dei network (in tempi di fake news, poi, molto utile) e con una triste morale: se vuoi che la tua voce venga ascoltata, devi essere famosa e avere la giusta copertura mediatica. Ciò che, praticamente, ha fatto Fox News negli ultimi venti anni.

 

 

Roberto Leofrigio