Dora Romano pluripremiata per la sua interpretazione in “L’ultima Festa” | INTERVISTA

Dora Romano, attrice ricca di talento, umile, generosa e di lunga esperienza professionale; conosciuta dal grande pubblico anche grazie a fiction di successo quali: “L’amica geniale” e “Imma Tataranni – sostituto procuratore”.  Recente premiata agli “Outsider Garbatella Film Fest” a Roma e all'”Atena Nike” a Taormina. Non solo: il 5 agosto ancora un’altra onorificenza che ricevera’ a  Castelnuovo Berardenga in Toscana.  In questa intervista, oltre a raccontarci dell’emozione dei premi ricevuti, ci ha parlato dei suoi progetti e del meraviglioso rapporto che ha l’attrice ha con i suoi fans.

INTERVISTA A DORA ROMANO

Dora, grande successo per “Imma Tataranni” che hanno replicato da poco. Come la considera questa esperienza del terzo anno di set?

Anche questa volta è stato molto divertente lavorare alla terza serie. L’armonia fra me e i colleghi e la troupe è rimasta invariata e questo è molto importante per l’attore.

Dora Romano, un bel premio di recente agli Outsider Garbatella Film Fest a Roma e all’Atena Nike nella splendida Taormina. Ma anche il premio che riceverà il 5 agosto a Castelnuovo Berardenga in Toscana. Prima volta di un cortometraggio, “L’ULTIMA FESTA” di Matteo Damiani che ha fatto incetta di riconoscimenti: sua interpretazione in primis. Ci vuole raccontare questa esperienza?

Quando ho accettato di girare il corto non avevo idea di come affrontarlo perché era la prima volta per me. Era molto chiara la mia intenzione di aiutare i giovani di talento che hanno questo prezioso strumento per farsi conoscere attraverso la loro opera realizzata. E’ bastato il primo incontro con Matteo per capire che non c’era nulla da temere e che non c’era alcuna differenza fra girare un corto e una qualsiasi opera cinematografica. Quindi tutto è andato per il meglio. La cosa che mi ha colpito è che un corto si deve girare in una settimana, invece che in diversi mesi, e che la troupe è formata di una dozzina di persone, laddove per un film ne occorrono centinaia. Tutto questo per dire che gli sforzi di questi ragazzi per realizzare l’opera sono stati immensi da parte di tutti loro. Ci vuole tanta abnegazione e passione.

 Un 2023 con diverse uscite nelle sale italiane e straniere. Tra queste ricordiamo MAFIA MAMMA con Toni Collette e Monica Bellucci negli USA, ma anche un film con Alvaro Morte. Uno dei migliori ricordi degli ultimi set?

Lavorare con questi grandi attori è stato ed è un vero piacere perché, al contrario di ciò che accade spesso in Italia, i veri artisti non sono mai presuntuosi o divi, sono colleghi di lavoro, come tutti gli altri e l’obiettivo comune è quello di creare personaggi e relazioni drammaturgiche in armonia, senza prevaricazione e collaborando alla riuscita dell’opera. Ci si diverte e ci si impegna. Per me è così, semplicemente.

Tra le interpretazioni più iconiche ovviamente la Signora Gentile e la Maestra Oliviero. A quale delle due è più legata, o sarebbe meglio dire, cosa si porta con se di bello sia dell’una che dell’altra?

Mi affeziono ai personaggi e li rispetto dal primo all’ultimo giorno di lavorazione. Nei due casi da lei citati è successa una specie di alchimia, che non mi aspettavo. Questi due personaggi hanno assunto una rilevanza enorme all’interno dell’opera che non è stata mai cercata o voluta da me. Un’ importanza decisiva è però la mano del regista, che ha saputo valorizzare ogni sguardo, ogni gesto per esaltarne il valore. A questi due registi devo molto.

Lei è stata molto impegnata anche per il piccolo schermo, con le fiction Rai. Ne citiamo solo due: L’Amica Geniale e Imma Tataranni. Grandi successi di critica e pubblico. Per il suo stile e il suo talento si sente più vicina ai ruoli per la Tv o per il cinema? Cos’è più congeniale per lei? 

 I ruoli tutti hanno la stessa importanza per me in tv e cinema e in teatro. Affronto piccoli e grandi ruoli con la stessa identica cura e impegno, anche se non sono affatto una bacchettona. Mi piace creare sfumature e riempire i personaggi di anima ed emozioni. Dopo tanti anni di teatro ho imparato che ogni personaggio va affrontato allo stesso modo, per cui non esiste congenialità, ma solo diverse tecniche di esecuzione.

Lei Dora è cresciuta e si è formata a Teatro con mostri sacri quali Vittorio Gassman. Le manca un po’ quel tipo di recitazione? Possiamo dire che ora – rispetto a prima – molto è incentrato sull’immagine e sulle apparenze tralasciando forse un po’ il talento degli attori? 

 Tutto ciò che so fare l’ho imparato in teatro, cui devo tutto. L’immagine ha la sua importanza solo quando è al servizio del personaggio e dell’opera. Oggi avviene purtroppo il contrario e non mi piace. Bisognerebbe ritrovare la “verginità dell’attore”, ma oggi che tutti credono di essere attori, la verginità è diventata un inutile orpello. La “star quality” certamente ha il suo peso, ma nel mio caso non è affatto preponderante.

Un po’ di amarezza per Bang Bang Baby? Ce lo vuol confessare?

Tantissima amarezza! Aver deciso di interrompere la serie è stato come venire violentata, Non si può uccidere un’opera d’arte in nome dell’avidità e del dio denaro. E mi fermo qui

Tornerebbe a lavorare con Paolo Sorrentino?

Certo, perché no! Ma non credo che lui abbia di nuovo interesse a lavorare con me, ogni regista ha il suo feticcio e io non sono mai diventata il feticcio di nessuno, almeno, non fino ad ora.

Un film con Dustin Hoffman, ricordiamolo. Un bel traguardo per una professionista italiana. Ma c’è qualcosa ancora che le manca dentro di lei per raggiungere il vero “sogno nel cassetto?”

Quando vinsi il provino per IL PROFUMO su 500 attrici di tutta Europa, mi sono sentita volare, lo ammetto. Sogni ne ho tanti: uno è quello di lavorare di nuovo con Saverio Costanzo e nel cassetto c’è il grande desiderio di fare un film di Wim Wenders…vabbè, sognare non costa nulla.

Prossimi lavori? La vedremo dove?

In autunno uscirà la terza serie di Imma Tataranni su Rai 1, poi sarà la volta di due horror americani cui ho partecipato: THE JACKAL  e IMMACULATE, ma non so quando succederà. Avrei dovuto anche tornare al teatro con un’opera bellissima e intensa di un autore irlandese ma, al momento, è tutto congelato. Sarebbe il mio ritorno al teatro dopo 6 anni.

Il suo rapporto con i fan?

E’ una sensazione bellissima venire riconosciuta ed essere oggetto di ammirazione per il mio lavoro. Molte persone si sentono intimidite ad avvicinarmi temendo di darmi fastidio e invece quando vedo quello sguardo sono sempre io ad avvicinarmi e a rompere quella cortina di soggezione che non mi appartiene e tutto diventa estremamente rilassato e divertente. E poi ogni volta che accade è sempre una sorpresa per me perché non me lo aspetto mai.

Lei Dora è molto umile e generosa. Chi la conosce bene lo può testimoniare. A suo avviso, nella vita, premia questo modo di essere se stessi e presentarci al “mondo” per quello che si è veramente?

Essere se stessi non è un premio, è l’essenza della vita. L’onestà di essere se stessi, al di là delle maschere, impone tanto coraggio, perché è frutto molto spesso di grande sofferenza. Questa sono io.

Concludiamo con qualche ringraziamento sincero. Dora oggi dice grazie a chi? 

Ringrazio chi, consapevolmente o meno, mi ha insegnato qualcosa, in positivo come in negativo. Per il mio lavoro non devo ringraziare nessuno, non ho mai ricevuto raccomandazioni o particolari attenzioni. Tutto ciò che sono lo devo a me stessa e i  maestri spirituali sono ancora  un faro per me.