Freaky: quel pazzo Venerdì… 13!

Comincia durante un apparentemente tranquillo Mercoledì 11 e approda ad un piuttosto movimentato Venerdì 13 Freaky, diretto dal Christopher Landon cui dobbiamo, tra l’altro, Auguri per la tua morte e il suo sequel.

Del resto, è impossibile non pensare al massacra-campeggiatori mascherato Jason Voorhees dal momento in cui, già durante l’avvincente prologo, un sanguinario Vince Vaughn che poi apprendiamo essere il serial killer denominato “Macellaio” provvede ad attuare una vera e propria mattanza a suon di bottiglie conficcate in gola e, addirittura, una racchetta da tennis e una tavoletta da water usate come armi.

Ma, sebbene Freaky, con inclusi nel mucchio un tizio tagliato verticalmente in due parti e lo sfruttamento di una motosega, abbracci in maniera evidente la fondamentale regola dello slasher che prevede omicidi consumati in maniera sempre più fantasiosa, il suo intento è quello di miscelare il sottofilone in questione del genere horror agli stilemi della commedia giovanilistica made in USA.

Proprio come il regista fece tramite il dittico di cui sopra, che guardava a Scream e simili rispolverandoli, però, attraverso un plot proto-Ricomincio da capo, con la protagonista destinata a rivivere ogni giorno il momento della sua morte. Anche se in questo caso ad essere immersa tra squartamenti e poco simpatici giovani pronti per l’eliminazione è l’idea di base di titoli quali Quel pazzo Venerdì di Mark Waters o Boygirl – Questione di sesso… di Nick Hurran, in quanto è di uno scambio di corpi che si parla.

Il corpo del serial killer di cui sopra e quello di una studentessa poco sicura di sé e bullizzata incarnata dalla Kathryn Newton di Paranormal activity 4; i quali, appunto, finiscono per essere occupati l’uno dall’anima dell’altro quando lei viene pugnalata da lui con un antico coltello azteco che nasconde, a quanto pare, magici poteri.

Offrendo, di conseguenza, lo spunto necessario a costruire oltre un’ora e quaranta di visione poggiata in particolar modo su una Newton che diventa improvvisamente decisa agli occhi di tutti e pronta ad eliminare chi le capita sotto tiro; mentre Vaughn, in maniera esilarante, si ritrova a dover sfoderare modi di fare effeminati nel tentativo di convincere i suoi due migliori amici del fatto che egli sia in realtà la loro compagna di scuola. Migliori amici rappresentati da una ragazza di colore e da un coetaneo omosessuale, insieme ai quali scopre oltretutto che hanno solo ventiquattro ore di tempo per far sì che ognuna delle due anime torni nel proprio corpo.

Un aspetto della trama che sembra rimandare a quella de La bambola assassina di Tom Holland; man mano che la narrazione scorre veloce e che, con non indifferenti spruzzate di splatter tirate in ballo quando necessario, Freaky si rivela un piacevole divertimento da brivido in fotogrammi dal respiro curiosamente anni Ottanta misto a quello dell’era dei social network e che testimonia ancora una volta quanto Landon sia uno degli autori di cinema dell’orrore più dotati di questa prima metà del XXI secolo.

Almeno capace di rimescolarne le carte in tavola anche in un periodo storico in cui, ormai, ci si era illusi fosse stato già detto il possibile per quanto riguarda il genere caro a Dracula e Freddy Krueger.

 

 

Francesco Lomuscio