La rivoluzione di Mario, un documentario di Paola Settimini

Drammaturgo, attore, regista, uomo di teatro a tutto tondo, Mario Moretti è una figura ancora poco nota del panorama culturale del secolo scorso, forse dimenticata, forse mai pienamente valutata. Merita dunque un plauso Paola Settimini che ha avuto il coraggio e la determinazione di realizzare un documentario su questo autore, “La rivoluzione di Mario”, presentato lo scorso novembre in anteprima al Teatro Tordinona di Roma.
La poliedrica personalità di Mario Moretti emerge dalla viva voce degli intervistati, colleghi, amici, compagni di strada di un lungo itinerario artistico e intellettuale che ha attraversato interi decenni. Attivo fin dagli anni sessanta. Moretti si è infatti mosso dalle prime esperienze drammaturgiche legate al teatro dell’assurdo verso una più precisa attenzione alle istanze politiche e sociali di quegli anni. In una lunga intervista, Moretti stesso ricorda il suo rapporto con i movimenti di contestazione, anche con quelli più avanzati, come quello statunitense impegnato nella lotta contro la guerra del Vietnam.
Ma è soprattutto il Moretti animatore della scena off romana che viene ricordato nel documentario; la sua grande azione di stimolo nel mondo del teatro di ricerca tra anni Ottanta e Novanta è rievocata dai colleghi Renato Giordano, direttore del Teatro Tordinona di Roma, che fu creato proprio da Moretti, e Paolo Gatti del teatro Petrolini, sempre di Roma.
Mentre Francesco Pannofino, Isabel Russinova e Jole Rosa, attore e attrici che a lungo hanno lavorato con Moretti in veste di regista e autore, ne delineano i tratti umani e artistici e soprattutto la grande passione per il teatro, unita a un vastissima cultura letteraria.
Le interviste e le testimonianze sono intervallate da brevi sketch tratti dalle più importati opere di Moretti, girati da Paola Settimini appositamente per questo documentario; da Giordano Bruno a Che Guevara, da Victor Victoria a Zelda, le figure più significative dell’universo drammaturgico di Mario Moretti prendono vita in uno spazio scenico minimale che esalta la forza e l’incisività del testo.
Fabio Nardini
Foto: Paola Settimini, Mario Moretti con un gruppo di allievi, Isabel Russinova, Francesco Pannofino e Jole Rosa.