Mondospettacolo intervista il regista Francesco Tassara

Francesco Tassara studia grafica e poi cinema all’Università di Pisa. Subito dopo la laurea si occupa del reportage fotografico e video I Giovani, Il Lavoro e il Tempo Libero, progetto dell’Università e della Provincia di Pisa, organizzato dal regista Daniele Segre.

Lavora come fotografo, videomaker e direttore della fotografia. Ha esposto in personali e collettive di fotografia. Come regista ha realizzato videoclip, cortometraggi e documentari. Ufficialmente ha all’attivo 9 regie.

Tra il 2012 ed il 2014 realizza tre documentari a carattere sociale: La Piazza, L’Alfabeto del Mondo ed 800km da Casa.  Nel 2014 gira il suo primo cortometraggio, Noir, un lavoro sperimentale che vede nel cast sia professionisti quali Ekaterina Buscemi (La Ragazza nella Nebbia di Donato Carrisi) sia persone della strada, riprese soprattutto di notte; lui stesso la definisce una “non-storia”, composta da suggestioni e quadri di vita notturna accompagnati dall’insidia del mistero, del dubbio, della violenza. Nel 2015 gira poi un altro corto, che riabbraccia le tematiche di tipo sociale, Respira. Nel 2018 gira la docufiction Senza porte né finestre, all’interno di un istituto penitenziario; il film viene premiato al Marano Festival di Napoli. Lo stesso anno lavora al film documentario Bava Puzzle con Lamberto Bava e l’anno seguente realizza insieme a Daniele Ceccarini Spaghetti alla Martino e Da qualche parte nella giungla, documentari con e su Sergio Martino. Sempre nel 2019 ha diretto il corto horror La Testa.

Attualmente ha in cantiere il suo primo lungometraggio, di tipo horror, Cose Nere. Nonostante abbia già pronti svariati soggetti sia horror, che noir che drammatici Tassara ha scelto di iniziare con Cose Nere perchè la ritiene una storia giusta per esporre la sua idea personale di mistero, di tensione. Si tratta di un film “che striscia”, come sottolinea lo stesso regista, dove l’orrore sorge dal quotidiano e si insinua in un crescendo sorprendente e spiazzante, perchè il delirio e la paura hanno origine da un piano razionale.

 

Ecco la videointervista

Ilaria Monfardini